di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

Il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso di un’intervista, ha ribadito l’importanza di intervenire sulle tasse per aiutare l’Italia nel difficile percorso post pandemico dicendo che «la revisione del prelievo fiscale e delle modalità di funzionamento del sistema fiscale deve essere parte integrante del processo di ripresa del nostro Paese. La legge di Bilancio ha destinato un miliardo all’intervento sull’Irap e sette miliardi all’intervento sull’Irpef. Si tratta dell’avvio del riordino complessivo dell’assetto del sistema fiscale. Gli elementi chiave della riforma sono contenuti nella legge delega che è attualmente all’esame del Parlamento». Ha anche parlato di maggiore stabilità sui bonus per gli investimenti, con particolare attenzione verso quelli immobiliari. Come l’Ugl ha ribadito in diverse occasioni, anche noi riteniamo che la variabile fiscale sia una delle più importanti nel nostro Paese al fine di determinare o meno, sulla base del tipo di riforme che si faranno, una concreta e tangibile ripresa, che, dal nostro punto di vista, per essere non solo equa, ma anche realmente e stabilmente incisiva anche punto di vita economico, deve ripercuotersi in una maggiore inclusione occupazionale e sociale, per consentire una diffusione capillare del benessere capace di generare un circolo virtuoso di consumi, investimenti, crescita. Si tratta, per l’Italia, di un passaggio obbligato, che prima o poi, speriamo presto, dovrà essere compiuto perché il peso di un fisco ancora troppo elevato, specie sul lavoro, è un freno sempre più insostenibile per le aziende e di conseguenza anche per i lavoratori. Le riforme vanno nella giusta direzione, ma c’è ancora moltissimo da fare. Restano da risolvere altre questioni importanti e che incidono molto nel concreto sulla cittadinanza, come Iva e accise. Nel complesso, quello che riteniamo indispensabile per avviare una ripresa significativa e colmare i gap che già erano presenti nel nostro sistema, aggravati, poi, dalla crisi ulteriore innescata dalla pandemia, è un intervento coraggioso attraverso riforme che impostino un vero e proprio ‘shock’ fiscale incentrato su una riduzione poderosa del cuneo fiscale sul lavoro per restituire potere d’acquisto ai lavoratori e al contempo, incentivare nuove assunzioni. Interventi che richiedono una visione espansiva non solo in ambito nazionale: il tema è europeo. La governance economica dell’Ue deve adeguarsi al contesto attuale, nel quale la crisi non è affatto terminata, mantenendo regole flessibili per consentire tutti gli interventi necessari allo sviluppo, affinché sia realmente possibile raggiungere l’obiettivo indicato dallo stesso Franco «di accrescere la quantità e soprattutto la qualità dell’occupazione, di conseguire un tasso di crescita del prodotto e dei redditi più elevato di quello dell’ultimo quarto di secolo».