La preoccupazione è forte dopo gli esuberi in Bosch e Magneti Marelli

Il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, prova a rassicurare i sindacati, garantendo che, a breve, sarà convocato il tavolo di confronto sull’automotive, uno dei settori maggiormente esposti agli effetti della crisi e, soprattutto, di una transizione ambientale non coordinata ed equilibrata. Del resto, proprio l’esponente leghista ha più volte espresso le proprie perplessità in merito all’accelerazione impressa in solitaria da Bruxelles, cosa che finisce per penalizzare l’industria italiana ed europea, a tutto vantaggio dei competitor asiatici e americani. Un tema, quello delle difficoltà del settore, che è entrato di diritto anche nel dibattito parlamentare, con la richiesta di proroga degli ammortizzatori sociali con causale Covid-19. Intanto, nella giornata di ieri, le federazioni di categoria dei metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl si sono ritrovati a dover fare i conti con due pessime notizie. La Bosch di Bari ha annunciato 700 esuberi su 1.700, mentre la Magneti Marelli ne prevede 550, non fra tutto il personale (7.900 unità), ma soltanto fra impiegati e quadri (circa 4.660 unità). Insomma, una doppia doccia fredda che rischia di anticipare quello che potrà succedere a fine anno, quando, come anticipato dall’amministratore delegato Carlos Tavares, pure Stellantis tirerà le somme sugli effetti della pandemia sugli stabilimenti italiani ex Fca.