Lettera al WEF da 102 “paperoni” che chiedono ai governi del mondo: «Tassateci». Fra i firmatari c’è Abigail Disney, l’erede di Walt Disney, da tempo in prima linea per reclamare un fisco più giusto

Neanche i “ricchi” sono più quelli di una volta: non solo sono diventati sensibili, al punto di lottare per il clima e l’ambiente, ma adesso chiedono anche di essere tassati. È accaduto al World Economic Forum, ancora in corso, consesso di ricchi e di potenti del mondo, durante il quale è partito un appello ai governi del mondo da parte do dei 102 paperoni convinti che l’attuale sistema di tassazione sia ingiusto. In una lettera aperta hanno affermato: «Mentre il mondo ha sofferto in questi due anni, molti di noi possono dire di aver visto aumentare la loro ricchezza durante la pandemia. Pochi di noi, forse nessuno, può invece dire onestamente di aver pagato il giusto di tasse». Fra i firmatari c’è Abigail Disney, l’erede di Walt Disney, da tempo in prima linea per reclamare un fisco più giusto. I paperoni sono ormai consapevoli del fatto che il sistema ha creato una mancanza di fiducia fra la gente normale e le élite. «Il mondo, e ogni paese, deve chiedere ai ricchi di pagare il giusto. Tassateci, e tassateci ora». A questi nuovi filantropi non basta la minimum tax del 15% a livello globale, nata da un accordo tra più di 130 paesi per garantire che le grandi aziende paghino un’aliquota fiscale minima, con l’obiettivo di rendere più difficile alle multinazionali evitare la tassazione. I 102 milionari sostengono che i ricchi devono contribuire ancora di più. Ma ci sono alcuni distinguo da fare. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, l’agenzia Reuters, ha ricordato come nella maggior parte dei paesi al di fuori di una manciata in Europa e di alcuni recenti in Sud America, i ricchi non devono pagare tasse annuali su beni come immobili, azioni o opere d’arte, perché vengono tassati solo in caso di vendita del bene. In ogni caso, ciò che si otterrebbe da una eventuale iniziativa in tal senso è stato evidenziato da uno studio, condotto dagli stessi “milionari patriottici” insieme a Oxfam e ad altre organizzazioni non profit: con un’imposta sul patrimonio progressiva, dal 2% per chi ha più di 5 milioni di dollari fino al 5% per i miliardari, si potrebbero raccogliere oltre 2.500 miliardi. Una somma considerata più che sufficiente per togliere, a livello globale, 2,3 miliardi di persone fuori dalla povertà e garantire assistenza sanitaria e protezione sociale alle persone che vivono nei paesi a basso reddito.