di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

Nella società italiana le donne continuano ad essere una categoria debole. Nel mondo del lavoro le cose sono ulteriormente peggiorate con la crisi innescata dalla pandemia. A fornire un quadro preciso del fenomeno, il Bilancio di genere 2021, con dati riferiti al 2020, redatto in base alle normative europee dal Ministero dell’Economia. Qualche anticipazione sul documento, che sarà illustrato a breve in Parlamento, l’ha fornita il sottosegretario Maria Cecilia Guerra: «La pandemia ha allargato la forbice tra donne e uomini. C’è stata una significativa perdita di occupazione, ma anche un peggioramento delle condizioni di lavoro e un conflitto vita lavoro più aspro del passato». In numeri, il tasso di occupazione femminile in Italia è sceso sotto la soglia del 50%, al 49%, nel Mezzogiorno addirittura al 32,5%. Le donne giovani occupate sono solo il 33,5%. Ampliato il divario col tasso maschile, lontanissima la media Ue, al 62,7%. Tante donne Neet, tanto part-time, anche involontario, tanto smart working, non solo per scelta, ma anche e soprattutto per cercare di conciliare lavoro e oneri familiari, che continuano a ricadere, quasi totalmente, sulle donne: le più penalizzate sono infatti quelle con figli. I nodi irrisolti che già c’erano prima del Covid si sono ulteriormente aggrovigliati. Questa la situazione alla base della società italiana. Una situazione che si riflette anche ai vertici, nel mondo politico, e – qualcuno dovrà pur dirlo – essenzialmente a sinistra. Ovvero quella parte che, a parole, si descrive come più sensibile sul tema. Ora che ci sono da proporre nomi per il Quirinale, dalla sinistra non ne è pervenuto nessuno, tanto meno di donne. A destra, invece, accanto al favorito Berlusconi si affiancano altre proposte, fra cui diverse donne, da Casellati, Presidente del Senato, di destra, a Moratti. C’è solo un partito con a capo una donna ed è la formazione guidata dalla Meloni, Fratelli d’Italia. Tra l’altro anche fuori dai confini nazionali la gran parte delle donne leader sono nel campo conservatore: dall’antesignana Thatcher a Theresa May, da Merkel a Von der Leyen, dalla leader di Rassemblement National, Marine Le Pen, fino alla nuova presidente del Parlamento Ue, chiamata a sostituire lo scomparso David Sassoli, Roberta Metsola, la più giovane mai eletta per questo ruolo, 43 anni, del Partito Nazionalista maltese. In conclusione, per cambiare le cose alla base della società e nel mondo del lavoro servono buone leggi, contratti e politiche, non ci stancheremo mai di dirlo e di portare avanti le battaglie in favore delle pari opportunità nella nostra attività sindacale, ma, per impostare un vero e proprio cambiamento culturale, occorrono anche buoni esempi da parte della classe dirigente. La destra sta facendo la sua parte, la sinistra, se c’è, batta un colpo.