«Ottimo incontro. Lavoreremo insieme per dare al paese una o un presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno ha diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità». È questo il tweet condiviso questa mattina dai leader di Pd, M5s e Leu – Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza – al termine di un incontro che si è svolto nell’abitazione romana dell’ex premier in vista dell’elezione del successore di Sergio Mattarella al Quirinale. Un vertice, da cui, però non è uscito un nome né un profilo che potrebbe mettere tutti d’accordo. «Non c’è alcuna intesa sui nomi perché ne parleremo con il centrodestra nei prossimi giorni», ha infatti spiegato Letta dopo la riunione con Conte e Speranza. Centrodestra che tornerà a riunirsi proprio nelle prossime ore, con le quotazioni di Silvio Berlusconi – nome che non trova sostegno nel centrosinistra – in discesa, stando alle ultime ricostruzioni giornalistiche. E quanto ai retroscena, nel M5s si prova a trovare un nome alternativo a quello del presidente del Consiglio, Mario Draghi, con l’obiettivo di “trattenerlo” a Palazzo Chigi. Certo, in questo senso è stato motivo di riflessioni la serie di incontri istituzionali che ieri il premier ha avuto con il presidente della Camera, Roberto Fico, e con lo stesso Mattarella. Ad ogni modo, ha ribadito Conte questa mattina, «l’incontro è andato bene. Siamo pronti a un’azione forte, a un confronto anche ampio e condiviso», ma «ovviamente andranno rimosse dal tavolo candidature di parte come quella di Berlusconi». In un’intervista all’HuffPost, poi, Letta ha da parte sua osservato che «è arrivato il momento di parlarsi e di trovare un nome condiviso. Serve un accordo su una personalità in linea con quel che ha rappresentato Mattarella, un anno di vita forte e produttiva del governo e riforme per la buona politica, di cui il paese ha bisogno e che sono alla nostra portata». Intanto la Camera ha approvato (349 sì, 4 no e 20 astenuti) gli ordini del giorno presentati dal capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida e da quello di Forza Italia Paolo Barelli secondo cui il governo dovrà «garantire ogni forma di collaborazione per permettere a tutti i 1.009 delegati di partecipare al voto, in raccordo con le altre istituzioni, il Presidente della Camera dei deputati e il Presidente del Senato della Repubblica, rimuovendo ogni forma di impedimento, se del caso anche attraverso un intervento di carattere normativo», così da garantire la partecipazione al voto per l’elezione del presidente della Repubblica anche ai grandi elettori positivi al Covid o in quarantena.