Audizione di Cgil, Cisl, Uil e Ugl: bene la decontribuzione, ma serve pure la formazione

Un percorso per favorire l’inclusione lavorativa delle donne vittime di violenza domestica attraverso una decontribuzione sugli stipendi e l’inserimento delle stesse all’interno della normativa sul collocamento obbligatorio. È questo quello che prevedono tre disegni di legge, sui quali, nella giornata odierna, la commissione lavoro della Camera dei deputati ha chiesto un parere a Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Nella sostanza, le tre proposte si muovono nel medesimo solco, quello appunto dell’incentivo economico sotto forma di decontribuzione. Per accedere al beneficio, i datori di lavoro dovrebbero assumere donne vittime di violenza domestica già inserite in percorsi di tutela da parte dei servizi sociali degli enti locali. Non sarebbe quindi sufficiente dire di aver subito violenza, ma occorre che la stessa sia stata accertata dagli assistenti sociali. Due dei tre disegni di legge prevedono anche, come evidenziato, l’inserimento nel collocamento obbligatorio, con tutto quello che ne consegue. I disegni di legge hanno incontrato l’apprezzamento delle organizzazioni sindacali, con l’Ugl, in particolare, che ha insistito su un secondo aspetto. Opportuna la decontribuzione, ma è fondamentale rafforzare le competenze delle persone coinvolte, attraverso la definizione di programmi personalizzati di riqualificazione professionale con il coinvolgimento degli enti paritetici per la formazione continua.