«Al momento dalla Camera nessuna richiesta», apprende LaPresse. Tajani: «Il nome del centrodestra è solo Silvio Berlusconi». Ma per Renzi «non ha i numeri»

Mancano sette giorni alla prima convocazione dei grandi elettori per l’elezione del presidente della Repubblica, ma mentre le forze politiche dialogano a distanza sul nome del successore di Sergio Mattarella al Quirinale, c’è da fare i conti con le regole per la votazione legate alla situazione pandemica. Ci sono da considerare, infatti, alcune defezioni per possibili casi di positività e le parole al riguardo pronunciate ieri dal presidente della Camera, Roberto Fico, hanno creato scompiglio soprattutto nel centrodestra, che altrimenti vedrebbe ridursi le chance di elezione di Silvio Berlusconi. «In questo momento i positivi, a norma di legge, non possono votare», ha detto il presidente della Camera, intervenendo a Mezz’ora in più. Ma da FI, Lega e FdI, già dopo il vertice di venerdì, era giunta la richiesta di soluzioni che possano garantire anche ai positivi di votare, data l’importanza dell’appuntamento. Ma nel pomeriggio LaPresse ha appreso da fonti di governo che per consentire ai grandi elettori che sono positivi al Covid o in quarantena di partecipare alle votazioni «è necessario un protocollo di sicurezza» come, ad esempio, quello che è stato stilato per gli stadi, e «al momento dalla Camera non è arrivata nessuna richiesta sulle misure anti-Covid inerenti l’elezione in sicurezza». Le stesse fonti hanno poi specificato come la circolare pubblicata dal ministero della Salute il 13 gennaio per regolare gli spostamenti delle persone contagiate e in quarantena «non c’entra nulla» con il voto presidenziale ed «è stata congegnata per gli spostamenti di domicilio e di residenza». Intanto proseguono anche le manovre politiche. In un’intervista al Corriere della Sera, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha sostenuto che «il sogno quirinalizio di Berlusconi non ha i numeri». Quanto al premier Mario Draghi, «a Chigi è una garanzia per il paese nell’anno di legislatura che ci rimane»; «al Quirinale ha un ruolo meno impattante, ma garantisce l’Italia, qui e all’estero, per sette anni», dunque «sono entrambe buone soluzioni». Sull’ipotesi del leader della Lega, Matteo Salvini, di un governo dei leader dopo l’elezione del presidente della Repubblica, secondo Renzi «non è probabile», ma considerati i dossier – «crisi energetica, Pnrr da attuare, riforme da calendarizzare» – «può avere un senso coinvolgere le prime linee dei partiti». «Girano tanti nomi, per il momento il nome del centrodestra è solo Silvio Berlusconi», ha però ribadito il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, parlando a 24 Mattino su Radio 24 e rispondendo a una domanda su una eventuale candidatura dell’ex ministro Giulio Tremonti alla presidenza della Repubblica. «C’è il grande consenso all’interno del centrodestra, ma stanno crescendo i consensi anche nella grande famiglia del gruppo Misto. Vedremo, poi toccherà a Berlusconi fare una valutazione finale se sciogliere o meno la riserva», ha aggiunto Tajani.