Ue bacchettata su migranti e richiedenti asilo. Human Rights Watch: «In più di un’occasione abbiamo visto che l’impegno dell’Unione europea sui diritti umani tende a vacillare quando il gioco si fa duro»

Nel rapporto annuale Human Rights Watch (la maggiore organizzazione non governativa sui diritti umani con base negli Usa), pubblicato dall’agenzia Agi, è contenuta una pesante accusa all’Ue: il supporto dato, anche nel 2021, a regimi che commettono abusi, pur di tenere i migranti e i richiedenti asilo lontani dalle sue frontiere. Una linea che secondo HRW segna una considerevole distanza fra l’accento posto da Bruxelles sui diritti umani e ciò che poi la stessa pratica nella realtà. Le situazioni portate ad esempio parlano da sole: la militarizzazione e l’emergenza umanitaria al confine tra la Bielorussia e la Polonia, i respingimenti in atto sulle altre frontiere esterne dell’Ue, i posti per il reinsediamento di rifugiati afghani inferiori al bisogno. Non basta: i Paesi Ue hanno continuato a collaborare con la Libia, nonostante i gravi e dimostrati abusi contro i migranti e i rifugiati, mentre Frontex, l’Agenzia europea per la gestione delle frontiere, respinge le accuse mosse nei suoi confronti e rifiuta di aprire le dovute indagini, ignorando le prove sempre più numerose degli abusi commessi ai confini dell’Ue. HRW ha ricordato che Croazia, Grecia, Cipro, Ungheria, Slovenia, Spagna, Lituania, Lettonia e Polonia hanno praticato i respingimenti e che gli ultimi tre Paesi hanno anche modificato la propria legislazione per dare una copertura legale a tali pratiche illecite. La Danimarca ha adottato una legge che consente di trasportare i richiedenti asilo in un Paese terzo per l’esame delle loro richieste, creando così un pericoloso precedente e eliminando la «protezione temporanea» per le persone provenienti da Damasco e dalla regione circostante. Le autorità francesi hanno sottoposto i migranti, al confine con il Regno Unito, a trattamenti degradanti, per scoraggiare gli arrivi nel Nord del Paese. Ancora, nel 2021 il rispetto dello Stato di diritto è stato messo in discussione in diversi Paesi membri: in Polonia e Ungheria, soprattutto, per gli attacchi ai diritti delle persone Lgbtq, all’indipendenza della magistratura e alla libertà di stampa, ai diritti delle donne e a determinati gruppi della società civile, senza però azioni concrete previste dalla procedura dell’articolo 7 del Trattato sull’Unione europea o senza l’attivazione di sistemi per condizionare l’invio di fondi al rispetto dei principi dell’Ue. D’altra parte, le risposte di molti Stati al razzismo, alla violenza e alla discriminazione verso le donne, le minoranze etniche e religiose, le persone Lgbtq e con disabilità, si sono spesso rivelate inadeguate, aggravando in alcuni casi le violazioni dei diritti. I problemi più diffusi riguardano immigrazione e asilo, discriminazione e intolleranza, povertà e disuguaglianza, stato di diritto e politica estera comunitaria. Forse un po’ troppo severi quelli d HRW, ma chi di pagelle ferisce a volte di pagelle perisce.