Turismo, e non solo, in allarme: urge la proroga della cassa integrazione straordinaria Covid-19. La preoccupazione di Confesercenti e Confcommercio. «Senza immediata soluzione a rischio 200.000 posti di lavoro»

Oggi un altro allarme, in particolare, dal turismo e dal Commercio. Da una parte la crisi delle città d’arte, dall’altra la preoccupazione dell’impatto dell’inflazione, salita a dicembre al 3,9%, sui consumi. I sindacati – e anche le aziende – sono preoccupati per i lavoratori. «Senza un intervento urgente del governo, il posto di migliaia di lavoratori del turismo è a rischio: i primi licenziamenti sono già iniziati. Il Cdm di oggi proroghi gli ammortizzatori sociali per i comparti più colpiti dalla nuova ondata: il tempo sta per scadere», così, senza giri di parole, ha parlato Confersercenti. Che spiega: «Come era prevedibile, con la scadenza della Cassa straordinaria Covid19, non rinnovata dopo il 31 dicembre 2021, le imprese sono state costrette a mandare a casa i lavoratori, come accaduto allo Sheraton Roma. Senza una immediata soluzione sono a rischio 200.000 posti di lavoro nel solo comparto turistico. Ed è assurdo che, nonostante le molte rassicurazioni verbali che ci sono arrivate, cinque giorni dopo la scadenza ufficiale degli ammortizzatori sociali non si siano ancora adottati i provvedimenti necessari». Non meno allarmato il tono del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in una intervista al Corriere della sera: «Siamo di nuovo in allarme rosso. Il bilancio 2021 si chiuderà con dati disastrosi. Rispetto al 2019, si sono perduti almeno 60 milioni di arrivi e 120 milioni di presenze in Italia, oltre a 13 milioni di viaggi degli italiani all’estero». «Abbiamo chiesto fino all’ultimo giorno utile la proroga della cassa integrazione riconosciuta alle attività ferme a causa dell’emergenza sanitaria. I provvedimenti sono scaduti il 31 dicembre», perché per il nuovo sistema di ammortizzatori sociali contenuto nella legge di bilancio per il 2022 servirà tempo «per chiarire le procedure». D’altronde, le imprese del turismo, e non solo visti anche gli alti costi dell’energia, stanno affrontando una nuova situazione emergenziale: fioccano le disdette, mentre sono entrati in servizio anche i lavoratori stagionali assunti per le festività. Chiara la richiesta di Confcommercio: «Servirà un provvedimento con efficacia retroattiva dal 1° gennaio e vanno reperite le risorse per un nuovo ciclo di “cassa Covid”».