Francesco Paolo Capone
Segretario Generale
Con il via libera della Camera dei deputati, si è concluso l’iter della legge di bilancio, giusto in tempo per la pubblicazione in gazzetta ufficiale e l’entrata in vigore con il nuovo anno. Un percorso decisamente anomalo, quello della manovra finanziaria, in linea, per molti versi, con le tante anomalie che stiamo vivendo ormai da due anni, da quando, sul finire del 2019, i telegiornali hanno iniziato a parlare del virus cinese. Da qualche anno, l’Unione europea detta ai Paesi membri modalità e, a volte, anche i contenuti delle misure da adottare per tenere sotto controllo la spesa pubblica e per supportare l’economia. Un iter che ha, o dovrebbe avere, tempi certi con il documento di economia e finanza in primavera, la nota di aggiornamento dello stesso a settembre, l’abstract della manovra alla metà di ottobre e il disegno di legge completo entro il 20, sempre di ottobre. Quest’anno, lo schema è saltato, con il testo che è approdato in Parlamento soltanto un mese dopo, cosa che inevitabilmente ha tagliato il confronto dentro e fuori il Palazzo. Comprendiamo, quindi, le rimostranze della minoranza parlamentare, ma più in generale dei senatori e, soprattutto, dei deputati, pure di maggioranza, perché non hanno potuto fare appieno il loro lavoro di controllo e valutazione dei provvedimenti presentati dal governo, come previsto dalla Costituzione. Rimostranze che sono le stesse espresse a più riprese dalle parti sociali, spiazzate da un iter che non ha previsto un confronto costante e puntuale, neanche sui capitoli principali. La fuga in avanti di Cgil e Uil, con il loro sciopero in solitaria al quale non hanno aderito la Cisl, la Ugl e le altre sigle, ha finito per indebolire il sindacato nel suo complesso, suscitando di converso una dura reazione da parte di Confindustria, che si è infatti arroccata sulle sue posizioni, cosa che potrebbe avere pesanti ripercussioni sulle future relazioni industriali. Parti sociali deboli non servono al Paese alla vigilia di quello che si annuncia come il mese politicamente più caldo da diversi anni, con l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, un appuntamento da affrontare con grande senso di responsabilità. In attesa di conoscere il nome della o del successore di Sergio Mattarella, rimane la legge di bilancio, con i suoi punti di forza – il taglio delle tasse sulle persone per otto miliardi è un segnale comunque importante, seppure perfettibile, ma per questo vi è un disegno di legge delega in discussione –, le sue debolezze – il rilancio dei settori produttivi è affidato in larga parte ai bonus e al credito di imposta, con tutti i limiti del caso – e le sue delusioni – sarebbe stato meglio prorogare Quota 100 piuttosto che introdurre Quota 102.