Chi sarà il successore di Mattarella?
Il 2022 si aprirà con uno degli appuntamenti politici più importanti dell’anno: l’elezione del prossimo capo dello Stato. Al netto di alcuni importanti dettagli ancora da scoprire – la data del voto, ad esempio: il presidente della Camera, Roberto Fico, ha annunciato che la renderà nota il 4 gennaio, con la lettera di convocazione dei 1.009 grandi elettori –, le forze politiche chiamate alla scelta stanno sondando il terreno, alla ricerca dei possibili candidati. Alcune opzioni ipotizzate all’inizio della corsa sono state archiviate: l’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il cui settennato scade il 3 febbraio, ha ribadito di non essere disponibile ad un secondo mandato mentre l’elezione del premier Mario Draghi aprirebbe scenari che i partiti di maggioranza non intendono affrontare. Con Draghi al Quirinale, sarebbero necessarie nuove elezioni in un momento storico molto delicato: l’emergenza sanitaria è in continuo divenire e tutt’altro che superata, a causa di alcuni fattori (come la variante Omicron) che contribuiscono a rendere la situazione molto incerta. Non dimentichiamo anche che il prossimo anno sarà decisivo per l’attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato con i fondi Ue. A Palazzo Chigi, questo il ragionamento fatto nei quartieri generali dei partiti di maggioranza, serve una figura autorevole, che goda in Parlamento del più ampio sostegno possibile e della fiducia delle istituzioni europee. Proprio come Draghi. I partiti si stanno interrogando su quali nomi presentare al momento del voto. Nessuna delle due coalizioni (centrodestra e centrosinistra) ha i numeri per eleggere il capo dello Stato in autonomia senza un appoggio esterno. Anche a partire dal quarto scrutinio in poi, quando serviranno “solo” 505 preferenze – nei primi tre scrutini occorre una maggioranza qualificata dei due terzi dell’assemblea (672 grandi elettori) –, alle due coalizioni mancherebbero rispettivamente 54 e 91 voti. Che andrebbero raccolti nel gruppo misto o in altre formazioni minori, tipo Italia viva. Con Iv, ad esempio, al centrodestra mancherebbero soltanto 12 voti per centrare il target. Pubblicamente tutti i leader hanno auspicato l’elezione di un capo dello Stato condiviso da tutto l’arco parlamentare, opposizione inclusa. Una figura così sarebbe ideale dati i tempi e le sfide future (nel 2023 è prevista la naturale scadenza della legislatura). Tra il dire-e-il fare spesso c’è il mare. E questo caso potrebbe non rappresentare un’eccezione. Nel centrodestra, che punta a presentarsi unito all’appuntamento, è circolato il nome di Silvio Berlusconi. Meno espliciti Pd e 5 stelle, con il leader di quest’ultimi, Giuseppe Conte, che non ha escluso un’eventuale convergenza tra le due forze politiche su un candidato comune.