Calano, però, le attivazioni totali a causa dell’incertezza causata dal Covid-19

Un impatto che va ben oltre anche alle più rosee previsioni, soprattutto se diamo uno sguardo a cosa è successo in passato. Nei primi nove mesi del 2021, le assunzioni o le variazioni di contratto agevolate sono state 1,4 milioni, un numero inatteso per le proporzioni. Nonostante il Covid-19, infatti, si è registra una crescita con pochi precedenti. Nel 2019, i contratti agevolati erano stati appena 775mila, mentre nel 2020 si era superata la soglia del milione. Andando indietro con gli anni, risultati di questo spessore si sono registrati in pratica soltanto con il primo anno del Jobs act per effetto dell’introduzione di una forte decontribuzione e l’ulteriore depotenziamento dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori che tutela dai licenziamenti illegittimi. Cgil, Cisl, Uil e Ugl, però, invitano alla cautela, perché, se da una parte è vero che le assunzioni o le variazioni incentivate sono state maggiori di quanto si potesse attendere, dall’altra sono diminuite le assunzioni nel complesso. Nel 2019, infatti, l’incidenza dei contratti agevolati era del 9,2%, visto che il totale delle attivazioni aveva superato gli 8,3 milioni. Nell’anno in corso, l’incidenza è salita al 25% per effetto delle poche attivazioni, appena 5,7 milioni, meno delle 6,4 milioni del 2020. Torna quindi la richiesta di sostenere con forza i settori maggiormente esposti, compresa l’industria pesante e automobilistica.