Sottoscritta un’intesa con quasi tre anni di ritardo rispetto alla tabella di marcia

Se è vero che il rinnovo del contratto collettivo nazionale degli statali è stato più generoso rispetto al recente passato, è pur vero che la firma arriva alla scadenza del triennio. Del resto, non è un caso che nella legge di bilancio sia previsto uno stanziamento di 310 milioni di euro per l’indennità di vacanza contrattuale; il tutto in attesa di tempi migliori per definire i contenuti del contratto per il prossimo triennio. Peraltro occorre ricordare, come ha spesso fatto la federazione di categoria dell’Ugl, che il contratto per il triennio 2016-2018 ha recuperato soltanto in parte quanto perso per i mancati rinnovi a partire dal 2009. Il contratto per le funzioni centrali, appena sottoscritto, prevede degli incrementi medi mensili a regime compresi fra 85 e 117 euro lordi, ai quali si aggiungono gli arretrati. La riforma della contrattazione introdotta nel corso del 2009 sempre dal ministro Renato Brunetta prevedeva un meccanismo a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, sia nel pubblico che nel privato, proprio per ridurre l’impatto negativo sul potere d’acquisto degli stipendi, proprio per effetto dei mancati rinnovi. Rispetto ad altri rinnovi, questo interviene anche in maniera consistente sul versante normativa, l’altra parte che compone un contratto collettivo nazionale di lavoro. Fra le novità, la previsione del diritto alla disconnessione in caso di lavoro agile nella fascia fra le 22 e le 6 del mattino.