Su mezzo milione di contratti, appena il 14% è a tempo indeterminato

Fra le cause dell’iter piuttosto lento con il quale sta procedendo la legge di bilancio, arrivata al 21 dicembre e non ancora approvata neanche da uno dei due rami del Parlamento, un record negativo senza precedenti storici, va sicuramente annoverato anche il reddito di cittadinanza. La legge di bilancio prevede uno stanziamento ulteriore di poco superiore al miliardo, per un totale di circa 8,3 miliardi di euro, più una serie di interventi che inaspriscono alcune delle condizioni per accedere al beneficio e per mantenere lo stesso. In particolare, si tratta della valorizzazione dei beni posseduti all’estero, che riguarda sia i cittadini stranieri che gli italiani, e delle condizionalità in termini di partecipazione alle attività formative e di orientamento e sulle offerte congrue. Cgil, Cisl, Uil e Ugl inistono da tempo sulla necessità di rafforzare i centri per l’impiego e gli uffici delle politiche sociali dei comuni, ma in legge di bilancio la doppia questione viene affrontata soltanto in parte. Intanto, l’Anpal ha appena fornito alcuni numeri interessanti sui fruitori del beneficio. Nel complesso, si tratta di 3,6 milioni di individui, dei quali, però, soltanto 1,8 milioni immediatamente occupabili, almeno in linea teorica. Poco meno di 547mila individui hanno avuto un contratto di lavoro, per lo più a tempo determinato. Solo il 14% ha avuto un contratto stabile.