Dal tampone in aggiunta al Green Pass all’Economist: l’Italia continua a mietere consensi

Il giorno dello sciopero generale di due Confederazioni sindacali su quattro e della bacchettata proveniente dell’Europa, dalla presidente Ursula von der Leyen in persona, alla fine si è rivelata un trionfo per il nostro Paese e per il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Per più di una ragione: la prima è che, a fronte dell’invito di Bruxelles di coordinarsi e uniformarsi in tema di contromisure per arginare la pandemia, Draghi ha fatto capire esplicitamente che l’Italia non ha alcuna intenzione di tornare indietro sui propri passi. L’argomentazione espressa ai colleghi Ue, capi di governo e di Stato, è stata la stessa presentata ai parlamentari italiani: l’Italia ha «un vantaggio da difendere. La misura del tampone in aggiunta al Green Pass, per chi entra in Italia, serve ad arginare la diffusione della nuova variante Omicron. Prima la protezione dei cittadini italiani, poi un pur doveroso e utile coordinamento fra gli Stati membri. Alla fine, il Consiglio europeo ha adottato le conclusioni che non collidono con la scelta italiana. La seconda ragione di trionfo è stato il riconoscimento ricevuto dall’Economist, solitamente severo nei confronti del nostro Paese: l’Italia è il «Paese dell’anno 2021». L’Economist ha precisato di assegnare il premio al Paese «che è migliorato di più nel 2021. Un riconoscimento che, certamente, va anche al capo dell’esecutivo, «un premier competente e rispettato a livello internazionale», ma anche alla politica italiana: «Per una volta una larga maggioranza dei politici italiani ha seppellito le proprie divergenze per sostenere un programma di profonda riforma». E concludendo con un «auguroni!» in italiano. Il Fatto Quotidiano, nel dare oggi la notizia, ha fatto però notare che il primo azionista dell’Economist, con il 43%, è la Exor della famiglia Agnelli. Ma, pensando che le cosiddette “tre sorelle” americane del rating (Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch) in regime sostanzialmente di oligopolio assegnano giudizi di affidabilità creditizia alla stragrande maggioranza dei soggetti, pubblici e privati, con qualche dubbio di equanimità su soggetti a stelle e strisce, forse vuol dire che anche l’Italia sta imparando a “fare sistema”, come sostiene lo stesso Economist. Ciò non toglie prestigio ad un riconoscimento assegnato da un autorevole settimanale economico in lingua inglese e quindi letto in tutto il mondo.