Così la Fondazione Gimbe, denunciando un peggioramento della situazione epidemiologica

La situazione epidemiologica nel Paese peggiora costantemente, trascinando la pandemia in una fase critica. Lo rivela la Fondazione Gimbe, che monitora in modo indipendente l’andamento pandemico, sottolineando che alcuni fattori – la stagione invernale, il ritardo iniziale nella somministrazione delle terze dosi, i no vax, le festività natalizie e la variante omicron – contribuiscono al peggioramento di tutti gli indicatori che fotografano lo stato dell’emergenza sanitaria. Secondo la Fondazione Gimbe, dalla settimana che è andata dall’8 al 14 dicembre, sono aumentati i nuovi casi (+17,8%), i ricoveri (+17,9%), le terapie intensive (+11,2%) e i decessi (+18,8%). «Da due mesi continuano ad aumentare i nuovi casi con una media mobile a 7 giorni che passa da 2.456 il 15 ottobre a 17.795 il 14 dicembre», ha commentato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. È stato registrato un incremento dei nuovi casi in tutte le regioni, ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia, Molise e provincia di Bolzano, con 26 province dove sono stati rilevati oltre 250 casi ogni 100 mila abitanti. Cresce la pressione sul sistema ospedaliero – ricoveri in area medica (+1.085), in terapia intensiva (+87) e i decessi (663 vs 558) –, sebbene attenuato dalla campagna vaccinale: nel periodo compreso tra l’8 e il 14 dicembre sono aumentati i nuovi vaccinati (+5,8%) e i richiami (+8,8%). Ad oggi l’80,5% della popolazione ha ricevuto così almeno una dose, ma il numero delle persone non vaccinate rimane comunque ragguardevole: sono 6,4 milioni.