di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Stavolta il ruolo del sovranista lo sta impersonando il Premier Draghi, protagonista di uno scontro piuttosto concitato con le istituzioni europee, nelle quali, peraltro, ha svolto un ruolo primario fino a poco tempo fa. Di fronte agli sforzi fatti dall’Italia, non solo dalla politica, ma anche e soprattutto dai cittadini, per guadagnare una parziale normalità nonostante la pandemia, di fronte alla possibilità di vivere le festività natalizie all’insegna delle aperture delle attività economiche e della socialità, con tutte le conseguenze positive che ciò comporterebbe, è arrivata, a gettare scompiglio e creare preoccupazione, la variante Omicron del virus, fortunatamente non più grave delle precedenti, ma ancor più contagiosa. E, allora, sono state prese dal Governo alcune misure drastiche, alcune condivisibili, altre meno. Fra queste, una sta facendo perdere le staffe alla Commissione europea: oltre alla quarantena per i non immunizzati, di cinque giorni per chi viene da un Paese dell’Unione, dieci per chi arriva dagli Stati extra Ue, ed al divieto di ingresso da otto nazioni africane nelle quali imperversa Omicron, diventa necessario anche sottoporsi al tampone anti-covid per poter entrare in Italia. Tutti dovranno mostrare un test negativo, vaccinati e non, compresi coloro che provengono dai Paesi del Vecchio Continente. Del resto finora ognuno, anche in Europa, ha deciso di muoversi autonomamente quanto a contromisure anti Covid e stavolta a farlo è stata l’Italia. A chi ha fatto notare che la richiesta del test ridimensionerebbe il ruolo del vaccino e che si porrebbe in contrasto con le regole europee che hanno dato origine al Green Pass, Draghi ha ribattuto piuttosto seccamente, che, dato il contesto, non c’era altro da fare né «molto da riflettere». Certo, non a tutti questa presa di posizione così netta è piaciuta, all’estero come in Italia, con anche qualche malumore nel settore del turismo, già molto penalizzato dalla pandemia, ma il premier ha deciso di tirare dritto. Ricordiamo che un anno fa ci apprestavamo a passare le giornate di festa in zona rossa, con centinaia di vittime di Covid al giorno, gli ospedali straripanti, le attività economiche chiuse, persino le riunioni familiari fortemente limitate. Ed oggi, invece, nonostante Delta prima ed Omicron ora, per l’Italia non solo la situazione sanitaria, ma anche quella economica sembra più rosea e proprio questo, forse, infastidisce qualche nostro competitor, internazionale ed europeo. Fra le varie misure adottate, super green pass, stato d’emergenza e così via, quella del tampone per chi arriva dall’estero sembra, fra l’altro, tra le più sensate e le meno severe. Stavolta dobbiamo sottoscrivere quanto detto da Draghi: bisogna difendere ostinatamente, «con le unghie e con i denti», quella normalità faticosamente conquistata.