Implicazione con il clan dei “barcellonesi”

La divisione anticrimine della Questura di Servizio in esecuzione di un’operazione coordinata dalla procura della Repubblica locale, ha sequestrato beni per 100 milioni di euro a un imprenditore accusato di aver reinvestito soldi illeciti provenienti dal clan mafioso di Barcellona Pozzo di Gotto e ad un infermiere, oggi in pensione, condannato con sentenza definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e attualmente ai domiciliari. «Il sequestro – spiega la Polizia di Stato in una nota – ha riguardato beni ed assetti societari, cooperative sociali ed aziende agricolo-faunistiche, locali di pubblico intrattenimento, hotel, immobili (tra cui numerose ville di consistente valore) ubicati nell’area milazzese e nebroidea, nonché il congelamento di somme di denaro in Paesi esteri». Entrambi partecipavano a una “super-società di fatto” e strutture societarie piramidali destinate a dissimulare l’origine illecita dei capitali ed il loro reimpiego in attività economiche apparentemente lecite. Dalle indagini è anche emerso che attraverso le società sequestrate, sono stati percepiti finanziamenti pubblici erogati dallo Stato nell’ambito delle misure a sostegno dell’economia in conseguenza all’emergenza sanitaria legata al Covid-19, per un totale di circa 500 mila euro.