Natalità, nuovo record negativo: 1,17, è il numero medio di figli delle donne italiane. La triste fotografia scattata dal bollettino dell’Istat “Natalità e fecondità della popolazione residente 2020”

Di minimo storico, in minimo storico, l’Italia rischia di diventare un Paese in via di estinzione: è di 1,17 il numero medio di figli delle donne di cittadinanza italiana, il dato più basso di sempre. Questa la triste fotografia scattata dal bollettino dell’Istat “Natalità e fecondità della popolazione residente 2020”. In numeri assoluti, nel 2020 i nati sono stati 404.892 (-15 mila sul 2019). Il calo (-2,5% nei primi 10 mesi dell’anno) si è accentuato a novembre (-8,3% rispetto allo stesso mese del 2019) e dicembre (-10,7%), mesi in cui si cominciano a contare le nascite concepite all’inizio dell’ondata epidemica. Secondo i dati provvisori di gennaio-settembre 2021, le minori nascite sono già 12 mila 500, quasi il doppio di quanto osservato nello stesso periodo del 2020.  Il numero medio di figli per donna scende nel 2020 a 1,24 per il complesso delle residenti, da 1,44 negli anni 2008-2010, anni di massimo relativo della fecondità. Dal 2008 le nascite sono diminuite di 171.767 unità (-29,8%), un calo attribuibile per la quasi totalità alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani (316.547 nel 2020, oltre 163 mila in meno rispetto al 2008). Il numero medio di figli per donna cala al Nord (da 1,16 a 1,14) e in egual misura nel Mezzogiorno (da 1,23 a 1,21). Stabile al Centro (1,11). In Sardegna si registra il valore minimo pari a 0,94, ancora in diminuzione rispetto allo 0,97 del 2019. Il primato della fecondità al Nord resta a Bolzano (1,62), seguita da Trento (1,27). Al Centro, il livello più elevato si osserva nel Lazio (1,13), nel Mezzogiorno il picco si registra in Sicilia (1,30) e Campania (1,28).

Venendo alle cause, si tratta di un fenomeno in parte dovuto agli effetti “strutturali” indotti dalle significative modificazioni della popolazione femminile in età feconda, convenzionalmente fissata tra 15 e 49 anni. In questa fascia di popolazione le donne italiane sono sempre meno numerose, perché, da un lato, le cosiddette baby-boomers stanno uscendo dalla fase riproduttiva e, dall’altro, le generazioni più giovani sono sempre meno consistenti. Inoltre, l’apporto positivo dell’immigrazione in termini di natalità, iniziato nel duemila, sta lentamente perdendo efficacia man mano che invecchia anche il profilo per età della popolazione straniera residente.  La denatalità che sta proseguendo nel 2021 è dunque da mettere in relazione agli effetti negativi innescati dall’epidemia da Covid-19, che nel solo mese di gennaio 2021 ha fatto registrare il maggiore calo di sempre (quasi 5.000 nati in meno, -13,6%).

In calo al Nord (da 1,16 a 1,14) e in egual misura nel Mezzogiorno (da 1,23 a 1,21). Resta stabile al Centro (1,11)