Nuovo incremento di occupati, mentre prosegue la polemica sullo sciopero di Cgil e Uil

L’occupazione continua a crescere nel nostro Paese, anche se meno rispetto al prodotto interno lordo. Nel terzo trimestre, infatti, la crescita dell’occupazione è dell’1,4% a fronte di un incremento del Pil del 2,6%. Al netto di questa differenza, peraltro logica considerando il massiccio utilizzo della cassa integrazione anche nel corso del 2021, resta il dato sicuramente positivo che arriva dal mercato del lavoro. In valori assoluti, si tratta di 121mila addetti in più, numero che arriva dalla differenza fra lavoratori dipendenti (156mila in più) e lavoratori autonomi (si riducono di 35mila unità). Nello stesso periodo, calano pure i disoccupati, di 134mila; e gli inattivi nel complesso, meno 41mila). Tutto ciò accade mentre la manovra di bilancio appare ancora impantanata. I sindacati, come noto, hanno assunto posizioni diverse, con la Cgil e la Uil che vanno verso lo sciopero generale, e Cisl e Ugl che, viceversa, insistono sulla necessità di apportare dei correttivi per la via parlamentare, senza chiedere ai lavoratori e alle lavoratrici di rinunciare ad una giornata di lavoro. A conti fatti, il costo dello sciopero si ripercuote direttamente proprio sui lavoratori con un impatto variabile fra le 50 e le 80 euro a seconda del tipo di contratto di lavoro. Un costo importante che la stessa Cgil fatica moltissimo a giustificare nei confronti dei suoi iscritti e simpatizzanti.