Nel frattempo il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte chiude nuovamente a Berlusconi: «Non sarà lui il nostro candidato»

Dice Giorgia Meloni, commentando la corsa al Quirinale: «È presto per parlarne». Al voto mancano ancora diverse settimane, del resto. Tuttavia la leader di Fratelli d’Italia non si nasconde, se chiamata a tracciare l’identikit del presidente della Repubblica che vorrebbe come successore di Sergio Mattarella: «Cerco un capo dello Stato che faccia il capo dello Stato, che faccia rispettare la Costituzione e che difenda la sovranità nazionale». Di nomi nemmeno l’ombra, però: nei giorni scorsi Meloni ha espresso un parere favorevole sul leader di Forza Italia e alleato di coalizione, Silvio Berlusconi. Che al momento non conta su molti sostenitori in Parlamento: «Per il capo dello Stato abbiamo altri obiettivi», ha detto ieri il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, commentando un’eventuale candidatura dell’ex premier, che recentemente ha speso alcune parole di apprezzamento sul M5s: «Hanno dato voce a un disagio reale che merita rispetto, attenzione e anche risposte», ha detto in occasione di un’intervista che sarà pubblicata sul numero speciale dei 35 anni di “Milano Finanza”. «Apprezzo il cambio di rotta di Berlusconi sul Movimento, ma non sarà lui il candidato del M5s», ha tagliato corto Conte, contrario anche al voto anticipato. Uno scenario, quest’ultimo, bocciato da tutti i partiti. Eccetto Fratelli d’Italia: «Io dopo l’elezione del Capo dello Stato le elezioni le chiederò comunque», ha ribadito Meloni, intervista da Alberto Gioffreda di RaiNews 24. «Il mandato di Draghi è legato a quello di Mattarella, quindi il problema deve porsi comunque», ha spiegato la leader di FdI. Che in serata ha ospitato ad Atreju, la manifestazione organizzata dal suo partito in piazza del Risorgimento a Roma, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, quello dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e il vice presidente di FI, Antonio Tajani. «Un governo di unità nazionale può andare avanti solo se guidato da una personalità di straordinaria forza, e Draghi è Draghi», ha dichiarato Tajani, portando al 2023 l’orizzonte del governo dell’attuale presidente del Consiglio e chiudendo a Draghi le porte del Quirinale, pur riconoscendogli di essere «il miglior candidato» sulla piazza: «Ritengo che per affrontare l’emergenza coronavirus serva Draghi a Palazzo Chigi».