di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Tutti in Dad con un positivo, anzi no con due, anzi con tre. L’inverno in arrivo, la risalita di contagi, ospedalizzati e deceduti, la variante Omicron sembrano aver fatto perdere la bussola al Ministro Bianchi e a tutto il dicastero dell’Istruzione. Nel giro di un paio di giorni a presidi e insegnanti sono state recapitate, infatti, altrettante circolari in contraddizione fra loro, riguardanti le modalità con le quali attivare o meno la didattica da remoto in caso di presenza di uno o più studenti positivi al Covid. Prima l’idea di mantenere la scuola in presenza il più a lungo possibile, mettendo in quarantena l’eventuale positivo senza per questo costringere alla Dad l’intera classe, poi, in una circolare del 29 scorso, con una clamorosa inversione a U, si era stabilito il ritorno della didattica a distanza anche con un solo alunno contagiato: «si ritiene opportuno sospendere provvisoriamente il programma di sorveglianza con testing e di considerare la quarantena per tutti i soggetti contatto stretto di una classe/gruppo dove si è verificato anche un singolo caso tra gli studenti e/o personale scolastico». Ovvia conseguenza: un aumento verticale delle classi in collegamento da casa. Infine, la svolta ulteriore, arrivata nella serata di ieri. Le regole cambiate un’altra volta, tornando alla situazione precedente, con protocolli diversi in base al corso di studi. Isolamento solo per il positivo con il resto della classe in presenza, ma dad per tutti nel caso di due contagiati nelle classi fra 6 e 12 anni, dalle elementari e fino alle prime medie, con quarantena di 10 giorni, e di tre positivi per quelle dei più grandi, con 7 giorni di sospensione della didattica in presenza. Quindi periodi di isolamento diversi fra vaccinati, col vaccino attualmente disponibile solo dal 12 anni in su, e non. E la ripresa – non era ben chiaro il motivo della sua sospensione, tanto più con un aumento dei contagi – delle attività di tracciamento. Da questa sintetica descrizione delle regole modificate in corsa ben si comprendono le critiche piovute su Governo e Ministero da parte di presidi, docenti, genitori e studenti. Già la situazione non è semplice, perché esasperare gli animi con cambiamenti repentini mettendo a dura prova la stabilità del sistema scolastico? Possiamo, infatti, facilmente capire le difficoltà delle scuole ad adeguarsi a regole sempre diverse, quelle dei genitori, piombati di nuovo da un giorno all’altro nell’incubo Dad dovendosi organizzare alla meno peggio fra turni di lavoro e babysitter, nel caso degli studenti più piccoli, e quelle dei ragazzi più grandi, costretti all’improvviso a restare chiusi in casa nonostante l’adesione di massa della fascia 12-18 alla campagna vaccinale. Dopo le proteste, il dietrofront. Un pasticcio durato solo poche ore, ma sufficienti a scombussolare il già precario equilibrio scolastico – e sociale – nell’era Covid. Sono questi gli errori di comunicazione, causati spesso da decisioni frettolose ed esternazioni poco ponderate, che, francamente, dopo quasi due anni di pandemia, non vorremmo più vedere.