Sulle quarantene nella Scuola, Palazzo Chigi ci ripensa. Garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità del governo

Decisamente destabilizzante per alcuni l’inversione di marcia sulle quarantene nella Scuola che nel giro di 24 ore il Governo ha fatto. Da un iniziale scelta di ritorno alla didattica a distanza con un solo alunno contagiato, contenuta in una circolare congiunta Salute-Istruzione del 29 novembre in ragione dell’aumento dei contagi e delle difficoltà nel tracciamento, sospendendo il programma di «sorveglianza con testing» in vigore da appena tre settimane, si è passati alla precisazione del Governo e, più precisamente, di Palazzo Chigi: la didattica a distanza, anche con un positivo in classe, non è prevista. Palazzo Chigi, dopo un approfondimento con il Cts e con il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, ha avocato a sé l’operazione, dopo aver ottenuto dallo stesso Generale il supporto per il tracciamento. Che cosa vuol dire? Che la struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 intensificherà le attività di testing nelle scuole, al fine di potenziare il tracciamento. Garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità del governo. In una nuova circolare si corregge quanto stabilito lunedì sera – «Alla luce delle indicazioni della struttura commissariale si intendono conseguentemente superatele disposizioni di cui alla precedente circolare» – e nella sostanza tutto ciò si traduce nelle seguenti nuove regole: la didattica a distanza scatterà con un solo positivo in classe per i bambini fino a sei anni, con due positivi per gli alunni da 6 a 12 anni e dai 12 in poi si andrà in Dad se i casi positivi sono almeno tre. Per i più grandi, vaccinati all’85%, resta il sistema della «sorveglianza attiva con i tamponi». Come mai questa discrepanza? Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha parlato di «una misura assolutamente prudenziale», presa perché «vogliamo tenere in assoluta sicurezza la scuola». Dal Pd con il ministro del Lavoro Andrea Orlando fino alla Lega, passando per Italia dei Valori, è tuto un applaudire il premier Mario Draghi per aver assunto l’iniziativa. Ma è evidente che questo non è un sentimento comune, non soltanto nell’opposizione che attraverso la leader di FdI sottolinea che «sulla Dad registriamo una totale confusione del Governo», ma anche in alcune sigle sindacali che sottolineano la gravità della contraddizione nelle indicazioni soprattutto su un tema così delicato come quello della Scuola, che così, a loro dire, viene gettata in una situazione di caos e confusione.