Dal Sudafrica la nuova variante che preoccupa il mondo. Sileri: «Difficile pronunciarsi ora su quanto sia preoccupante la variante. Impariamo dal passato e aspettiamo la scienza»

L’allarme è scattato e in merito le opinioni sono discordanti. D’altronde è tutto il mondo a temere l’avanzata della variante Omicron, visto che, in pochi giorni dalla sua scoperta in Sudafrica, è stata già intercettata in diversi continenti, dall’Europa (con l’Italia) all’Australia. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, ha parlato di «corsa contro il tempo», mentre Londra, che ha la presidenza di turno del G7, ha convocato per oggi una «riunione d’emergenza» dei ministri della Sanità del Gruppo. La tensione è dovuta anche al fatto che, come riportato da Sky News, l’Oms ha avvertito che la variante Omicron potrebbe avere «gravi conseguenze». «La probabilità di una potenziale ulteriore diffusione di Omicron a livello globale è elevata», ha affermato l’Organizzazione mondiale della Sanità in un documento tecnico sulla nuova variante. Tuttavia «ad oggi non sono stati segnalati decessi legati alla variante Omicron». Per la dottoressa Angelique Coetzee, la presidente dell’Ordine dei medici del Sudafrica e scopritrice della variante, l’allarme sulla variante Omicron nel mondo è «eccessivo» e la reazione «spropositata», spiegando che «i pazienti che ho visto avevano sintomi lievi e sono guariti. Nessuno è stato ricoverato e non c’è stato bisogno dell’ossigeno. Questa reazione nel mondo non ha alcun senso», ha aggiunto nelle dichiarazioni riportate dall’emittente britannica TalkRadio. Ma per un noto epidemiologo sudafricano, Salim Abdool Karim, «supereremo oltre 10.000 casi al giorno entro la fine della settimana». La Fondazione Gimbe, che solitamente non lesina parole quando c’è da lanciare un allarme, sottolinea con il presidente Nino Cartabellotta da Radio Cusano Campus: «Non bisogna fare terrorismo, ho trovato eccessiva nei toni la comunicazione fatta dai media su questa variante. Oggi non abbiamo le informazioni per poter annunciare una catastrofe, bisogna prendere tempo sapendo che ci vorranno almeno due settimane per capire se gli effetti delle mutazioni saranno reali». Inoltre, «certo è che le varianti di preoccupazione finiscono sempre per emergere in Paesi che hanno basse coperture vaccinali». Secondo il coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, se «la terza dose per contrastare anche la variante (Omicron, ndr) è necessaria», non escludendo la possibilità di dover ricorrere in futuro auna quarta dose, invece sull’aggiornamento dei vaccini si è detto «cauto, quelli che abbiamo sono largamente efficaci».