Le parti sociali continuano a non essere convinte: si punti sulla contrattazione

La previsione contenuta all’interno del programma del futuro governo della Germania riaccende la polemica sul salario minimo legale anche nel nostro Paese. La coalizione di centrosinistra, che ha chiuso la lunga era Merkel, ha infatti previsto un incremento della quota oraria minima che potrebbe arrivare fino a 12 euro da poco più di 9 euro. Soprattutto il Movimento 5 Stelle punta a cavalcare l’argomento, rilanciando il disegno di legge presentato a suo tempo dalla allora presidente della commissione lavoro del Senato, Nunzia Catalfo, poi diventata ministro, sempre del lavoro, nel governo Conte-2. In quel periodo, una seconda proposta era arrivata pure dal Partito democratico, il cui segretario Enrico Letta è tornato a parlare del tema alcune settimane fa. In quella occasione, però, intervennero diversi esponenti di punta del Pd a chiarire quale fosse il campo di gioco. Questo perché, come più volte ribadito, i sindacati e le associazioni datoriali continuano a sostenere che tutto dovrebbe essere ricondotto alla contrattazione collettiva, il luogo ove le parti bilanciano retribuzioni, aspetti normativi e esigenze delle aziende. Del resto, dati alla mano, anche le retribuzioni orarie inferiori alla soglia di 9 euro, in realtà, mettendo insieme diversi voci e benefit vari si posizionano sopra quel livello. Una soglia oraria legale in Italia peraltro già c’è: è quella per i lavori occasionali.