A tracciare questo quadro allarmante è l’Istat

«Le previsioni sul futuro demografico in Italia restituiscono un potenziale quadro di crisi». A denunciarlo è l’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, delineando un quadro allarmante. Dal rapporto Previsioni della popolazione residente e delle famiglie emergono diversi dati che suscitano – o quantomeno: dovrebbero – suscitare qualche preoccupazione: «Sulla base dello scenario di previsione “mediano” si prevede una decrescita della popolazione nel prossimo decennio». Secondo le previsioni dell’Istat, dai 59,6 milioni di abitanti registrati il 1° gennaio del 2020, passeremo ai 58 milioni nel 2030. Un calo che non dovrebbe arrestarsi, salvo stravolgimenti: nel 2050, la popolazione residente scenderà a 54,1 milioni e nel 2070 a 47,6 milioni. E ancora: «Il protratto regime di bassa fecondità che ha caratterizzato l’Italia negli ultimi 40 anni, combinato con i traguardi raggiunti sul versante della sopravvivenza, hanno fatto sì che già oggi si possa parlare di Paese a elevato processo di invecchiamento», aggiunge l’Istat, aggiungendo che il rapporto tra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050. Ci saranno ripercussioni inevitabili anche sul mercato del lavoro: la popolazione in età lavorativa scenderà in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale. L’Istat prevede un aumento del numero delle famiglie – da 25,7 milioni nel 2020 si stima una crescita fino a 26,6 milioni nel 2040 (+3,5%) –, sebbene con caratteristiche diverse da quelle attuali: il numero medio di componenti sarà sempre più piccolo. In sostanza, ci saranno meno coppie con figli: entro il 2040 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non avrà figli.