Dopo i sindacati confederali, oggi sentite Istat, Bankitalia, Cnel e Corte dei Conti

Proseguono rapide le audizioni sulla legge di bilancio. Dopo Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confindustria, ascoltate nel pomeriggio di lunedì, oggi è toccato, fra l’altro, ai rappresentanti di Istat, Banca d’Italia, Cnel e Corte dei conti. Fra gli argomenti maggiormente affrontati, ancora una volta, la pressione fiscale e le pensioni. Le ricette, soprattutto in materia di tasse, continuano ad essere molto divergenti. Se i sindacati insistono sul taglio dell’Irpef per lavoratori dipendenti e pensionati, senza indicare aliquote o scaglioni, le associazioni datoriali ribattono con l’Irap. Il taglio dell’Irap, però, essendo una voce che serve a finanziare la sanità regionale, andrebbe però compensato in altro, cosa che riporta all’annosa questione del mancato federalismo fiscale. Sul versante delle pensioni, la Corte dei conti ha insistito sulla necessità di utilizzare l’Ape sociale per ridare equilibrio al sistema. Come fatto notare dai sindacati confederali, l’Ape sociale, per come scritta adesso, intercetta soltanto una parte delle necessità, in particolare quelle riferibili alla disoccupazione di lunga. Una delle richieste dei sindacati, non a caso, è stata proprio quella di rivedere le regole generali, oggi fissate a 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi complessivi, di cui una parte consistente compresa negli ultimi dieci o sette anni, sempre a seconda dei casi trattati.