L’offerta di Kkr su Tim riapre il dossier Tlc. In allerta sindacati e politica. Palazzo Chigi crea un super comitato, il Mef «seguirà con attenzione gli sviluppi interesse e valuterà attentamente i progetti»

Grande clamore, ancora oggi, suscita la manifestazione d’interesse da parte del fondo Usa Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (Kkr) nei confronti di Tim, «non vincolante e indicativa», mirata ad una offerta pubblica di acquisto «amichevole» sul 100% delle azioni «volta al delisting» ovvero alla rimozione del titolo azionario dal mercato su cui è quotato. Il Consiglio di Amministrazione straordinario di Tim, riunitosi ieri e durato circa 4 ore, sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha preso atto dell’intenzione di Kkr. Le condizioni della manifestazione di interesse sono il raggiungimento della soglia di adesione minima del 51% del capitale sociale di entrambe le categorie azionarie, il gradimento degli amministratori della Società e il supporto del management, lo svolgimento di una due diligence confirmatoria di quattro settimane, il gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti. Tim, infatti, è soggetta ai poteri speciali, quindi al Golden Power, dell’Autorità di Governo. Cosa intende fare il Governo? Muoversi con la massima neutralità, sia perché Tim è un asset strategico, «che detiene la parte più rilevante dell’infrastruttura di telecomunicazione», sia perché di mezzo c’è anche la francese Vivendi, socio al 24% di Tim. La media company, che fa capo al bretone Vincent Bolloré, è il grande sponsor della rete unica, purché sotto il controllo Tim e promotore di un ricambio al vertice. Vivendi, a sua volta, ha già reagito ritenendo «insufficiente» l’offerta. Ma potrebbero, ancora, arrivare altre manifestazioni di interesse da parte di altri fondi più vicini alla stessa Vivendi e, nell’eventualità, il Governo avrebbe intenzione di osservarle esattamente come Kkr. L’ipotesi che si sta facendo strada è il progetto di una Tim sgravata dalla gestione della rete, che potrebbe anche tornare in mani pubbliche con un ruolo decisivo e centrale di Cdp. Per valutare il dossier Tim o, meglio Tlc, Palazzo Chigi avrebbe intenzione di creare un super comitato di ministri (Franco, Colao e Giorgetti) e tecnici, o gruppo di lavoro, con due precise linee guida: investimenti per le infrastrutture e tutela del lavoro. Il Mef in una nota ha specificato che «il Governo seguirà con attenzione gli sviluppi della manifestazione di interesse e valuterà attentamente, anche riguardo all’esercizio delle proprie prerogative, i progetti che interessino l’infrastruttura». L’obiettivo del Governo, è scritto in un comunicato, «è assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell’infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell’occupazione».