Interventi sulle categorie. La previdenza dei giornalisti passa sotto l’Inps con equiparazione dal 1° luglio 2022

Il pacchetto pensioni all’interno della legge di bilancio è completato da tre articoli che hanno un impatto molto circoscritto. Nello specifico, l’articolo 27 istituisce un fondo, con una dotazione iniziale di 20 milioni che diventa 60 a regime a partire dal 2024, per la realizzazione di interventi perequativi di natura previdenziale per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Il successivo articolo 28 può essere incasellato alla voce “interpretazione autentica”, in quanto chiarisce che al personale delle Forze armate ad ordinamento civile, con meno di diciotto anni di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995, si applica l’articolo 54 del Dpr 1092/1973 per il calcolo della parte retributiva dell’assegno pensionistico. L’aliquota di riferimento è del 2,44% per ogni anno utile. Il terzo articolo, il numero 29, è fra i più estesi di tutta la legge di bilancio. Esso tratta le norme a garanzia delle prestazioni previdenziali in favore dei giornalisti. È da tempo che il settore vive una crisi particolarmente grave, complice il crollo delle vendite dei giornali e le difficoltà della stessa televisione generalista a raccogliere le pubblicità. La legge di bilancio interviene in maniera drastica trasferendo all’Inps la funzione previdenziale finora esercitata dall’Inpgi. Con effetto dal 1° luglio 2022, si arriva ad una completa equiparazione con gli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti nel rispetto del principio del pro-rata.