Green Pass: le Regioni invocano una stretta. Mentre in Europa dilaga la quarta ondata, Fedriga ha chiesto un incontro chiarificatore al governo su cosa farà per il Paese se le cose dovessero peggiorare

Le Regioni tornano alla carica. Partiamo dai dati della Cabina di Regia, secondo i quali l’incidenza settimanale a livello nazionale continua ad aumentare: 98 per 100mila abitanti (12/11/2021-18/11/2021) contro 78 per 100mila abitanti della scorsa settimana (05/10/2021-11/11/2021). A livello territoriale, questa settimana tutte le Regioni e Province autonome sono classificate a rischio moderato e una sola, il Friuli-Venezia Giulia, è ad alta probabilità di progressione a rischio alto. Basti sapere che, la Provincia autonoma di Bolzano e il Friuli-Venezia Giulia registrano questa settimana i valori massimi di incidenza di casi Covid, pari a 406 per 100mila abitanti a Bolzano ed a 289,3 in Friuli, insieme ai valori più alti per l’occupazione delle terapie intensive e dei reparti di area medica. Nel resto d’Europa, la quarta ondata di contagi spinge i Paesi a difendersi con nuove regole, misure e restrizioni per i non vaccinati contro il coronavirus. Dalla Germania alla Grecia, passando per l’Austria e la Slovacchia, sono sempre di più gli Stati che hanno deciso di limitare il più possibile ricoveri e infezioni partendo da chi ancora non ha ricevuto alcuna dose, utilizzando lockdown studiati ad hoc o estendendo l’uso del Green pass. In Italia? Le Regioni, come dicevamo prima, tornano a chiedere una revisione delle regole a partire da quelle sul Green Pass e misure più severe per i non vaccinati, più accelerazione sulla terza dose. Hanno sollecitato una «riflessione urgentissima» con il Governo per salvare il Natale ed evitare restrizioni e chiusure previste per le zone gialle o arancioni. Alcuni Governatori, oltre al presidente della Conferenza delle Regioni Massimo Fedriga, sono stati più espliciti. Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, è tornato a dire che «non possiamo chiudere il Paese quando il 90% delle persone corre meno rischi di un anno fa. Per colpa di un 10% di irriducibili dovremmo chiudere in casa il 90% di persone diligenti? Questo è il vero tema». Il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, sostiene: «Io dico: non si fermino tutti, ma chi si è messo il casco e lo ha indossato, ha messo in sicurezza se stesso e gli altri, quindi non sarebbe corretto fermarlo. Non è premio/punizione, ma è senso di fiducia nella scienza, nella medicina e nelle istituzioni. La fiducia dei cittadini va ripagata, chi ha indossato la corazza deve continuare a fare vita sociale». Cosa farà il Governo? Si è detto disponibile ad accogliere forse già lunedì la richiesta delle Regioni, anche se al momento le uniche misure individuate da Palazzo Chigi, e che saranno oggetto di una Consiglio dei Ministri della prossima settimana, sono estensione dell’obbligo della terza dose al personale sanitario e riduzione della durata del certificato verde.