Di fronte al peggioramento della situazione pandemica, i governatori chiedono un intervento rapido dell’esecutivo

Regioni in pressing sul governo: complice il deterioramento della situazione epidemiologica – il virus sta circolando più rapidamente e soltanto i vaccini hanno scongiurato un impatto ancora più significativo sul fronte ospedaliero (si veda la pagina di Società) –, le Regioni hanno chiesto un immediato «confronto» con l’esecutivo. Da avviare «in tempi rapidi, entro 72 ore», ha sottolineato il governatore della Liguria, Giovanni Toti, nel corso della Conferenza delle Regioni. Il tempo a disposizione è poco e le decisioni da prendere sono molte. A partire da eventuali nuove misure restrittive. Tra le ipotesi che stanno circolando nel dibattito politico, c’è l’introduzione del lockdown per i non vaccinati. Una soluzione che trova il sostegno di alcuni membri del governo e di Toti: «In Conferenza delle Regioni ho chiesto che la zonizzazione del Paese, quindi la divisione in zona gialla, arancione o rossa, valga soltanto per i non vaccinati», ha annunciato, osservando che «il 90% degli italiani non può essere tenuto in scacco da un 10% che non comprende l’importanza del vaccino e che vorrebbe dettare alla stragrande maggioranza dei cittadini le proprie rumorose regole». Su questo punto, però, il fronte delle Regioni non è compatto: «Imporre il lockdown ai non vaccinati sarebbe un errore», ha detto nel corso di un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” il governatore del Veneto, Luca Zaia, sottolineando «oggettivi limiti costituzionali» della misura. E allora cosa fare? «Dovremmo investire di più sul dialogo convincendo gli irriducibili a vaccinarsi», la risposta di Zaia. Al momento, secondo «diverse fonti di governo» citate dall’Ansa, sarebbero due le misure sul tavolo di Palazzo Chigi. Un lockdown per chi non è vaccinato non è tra queste. Di quali misure si tratta? Estensione alla terza dose dell’obbligo di vaccino per il personale sanitare e la riduzione della durata di validità del Green pass: la validità del certificato verde potrebbe passare dagli attuali 12 mesi a 9 mesi, anche per incentivare le terze dosi. Una decisione è attesa a breve, forse già in occasione del Consiglio dei ministri in programma per la settimana prossima.