Salario minimo legale, i 5Stelle ci riprovano

L’approvazione di una direttiva da parte della Commissione occupazione a affari sociali del Parlamento europeo rilancia la questione del salario minimo legale anche in Italia. È soprattutto dal Movimento 5Stelle che si continua a spingere sul tema, pure per provare a uscire dall’angolo nel quale la formazione stessa si è chiusa per le vicende non edificanti che stanno emergendo in merito al reddito di cittadinanza. In entrambi i casi, il bacino di persone interessate spesso coincide, in quanto si tratta del cosiddetto lavoro povero, ma, in entrambi i casi, le ricette, una già adottata, l’altra ancora sulla carta, non convincono appieno. Così mentre il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, attacca pesantemente il reddito di cittadinanza perché principalmente nel Mezzogiorno, ma non solo, finisce per disincentivare la ricerca di una occupazione, sul salario minimo per legge Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno espresso forti riserve. I sindacati confederali, infatti, sostengono la centralità della contrattazione collettiva, in quanto è da essa che derivano, oltre alla giusta retribuzione, i diritti connessi alla mansione ricoperta. Il salario minimo legale, se applicato in forma massiva, potrebbe finire per penalizzare soprattutto le categorie di lavoratori che, per ragioni diverse, non riesco a qualificarsi o a riqualificarsi, andando così ad ampliare proprio quel lavoro povero che si vorrebbe combattere.