Quirinale: crollano di nuovo le speranze, del Pd, di un Mattarella bis. E adesso? Meloni: «Sul tema del Quirinale non intendo più rispondere». Salvini: «Stiamo lavorando perché ci sia un presidente di tutti e non di un solo partito»

È un Capo dello Stato molto ispirato, quello che ha parlato dal Quirinale sia in occasione dei 20 anni della morte dell’ex presidente della Repubblica, Giovanni Leone, sia dell’anniversario della Strage di Nassiria sia dell’inaugurazione del palasport (PalaSermig) del Servizio missionario giovanile. Ispirato ma con i piedi ben piantati a terra e coerente con quanto sempre affermato: ha ricordato, come aveva già fatto rispetto alla figura di Antonio Segni, che l’ex presidente Giovanni Leone era per l’eliminazione del secondo mandato e del semestre bianco. Un segnale che, insieme alla firma risalente a dieci giorni fa del contratto di affitto per la sua nuova casa privata, dimostra quanto, nonostante i desideri soprattutto del Pd, Mattarella non abbia alcuna intenzione di interpretare un bis e, quindi, di accettare una rielezione neanche per salvare eventuali e ripetute fumate bianche a gennaio. Non vuole perché, citando Segni e poi Leone, evidentemente considera tale eventualità, ovvero quanto fatto dal suo predecessore Giorgio Napolitano, come l’avvio di una prassi per lui incostituzionale. Mattarella, citando un messaggio alle Camere il 15 ottobre 1975, ha ricordato che Leone «ripropose la sollecitazione (già sottolineata da Segni) di introdurre la non rieleggibilità del presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco». Neanche il semestre bianco, quello che la Repubblica italiana sta vivendo, è nelle corde del Capo dello Stato. Questo perché nel semestre bianco il Capo dello Stato si ritrova con le mani legate a causa dell’impossibilità di sciogliere le Camere. Dunque rieleggere Sergio Mattarella, anche con l’obiettivo di “saldare” il presidente del Consiglio, Mario Drgahi, sulla poltrona di Palazzo Chigi, è una “mission impossible”. In un messaggio inviato alla direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, in occasione del 75° anniversario dell’Organizzazione, Matterella sempre oggi ha detto: «A forti crisi non si può che rispondere con grandi ambizioni. La ripresa post pandemica di cui il mondo ha bisogno passa anche per la salvaguardia e la promozione dei valori della cultura, dell’istruzione, della scienza e della comunicazione». Quasi a dire: cari partiti, care istituzioni, per risolvere i problemi collaborate, invece di dividervi.