Migranti in trappola tra Bielorussia e Polonia. Gli sbarchi proseguono nel Mediterraneo. Quando i muri sono possibili: la chiusura totale del confine con la Bielorussia è uno degli scenari presi in considerazione dal governo della Polonia. L’Ue pensa a sanzioni

Mentre la Polonia annunciava stamattina di aver arrestato oltre 50 migranti al confine con la Bielorussia, in Italia i 398 migranti – e non oltre 400 come riferito inizialmente – soccorsi ieri sera a Pozzallo, nel Ragusano, sono risultati tutti negativi ai primi controlli sanitari con i tamponi, dopo essere stati accolti nella palestra dello stadio comunale. Al confine tra Bielorussia e Polonia, invece, i migranti sono intrappolati con la sempre più certa possibilità di morire assiderati, – eppure tra di loro ci sono bambini di due-tre anni -, perché impossibilitati dagli imponenti schieramenti militari, dei due Stati sia ad andare avanti, verso la Germania, sia a ritornare indietro. Da qualche giorno a questa parte, sono diventati migliaia, spinti dal regime bielorusso, e si sono accampati davanti al filo spinato del confine polacco. Accampati, si fa per dire: tende e sacchi a pelo sono scarsi, i fuochi accesi all’aperto non servono a nulla perché il freddo è ben al di sotto dello zero. Me nessuno si sogna di salvarli. Secondo quanto riportato dal portavoce dei servizi speciali di Varsavia, Stanislaw Zaryn, e dai vari reportage, le autorità della Bielorussia aiutano i migranti a distruggere le barriere al confine, dando loro strumenti per tagliare i cavi, per distruggere la recinzione. Varsavia respinge il loro ingresso, difende i propri confini e in questo frangente, nonostante i rapporti molto deteriorati con Bruxelles, è riuscita a trovare l’appoggio della Commissione UE che ha chiesto ai 27 di colpire il regime di Lukashenko con un nuovo giro di sanzioni, anche alla luce del fatto che la Polonia quest’anno ha registrato oltre 23mila ingressi illegali da est, quasi la metà a ottobre. Nel frattempo, l’Ocean Viking, nave di Sos Mediterranee, si trova nel Mediterraneo davanti alla Sicilia con il suo carico di 306 migranti. «Serve un porto subito», spiega l’equipaggio, e ovviamente questo porto non può che essere l’Italia. Il dittatore bielorusso Lukashenko sta ricattando l’Ue (e la Germania), attraverso la Polonia, per arricchirsi ulteriormente con e sui migranti; la Libia ricatta l’Italia da decenni con i profughi africani; dal 2016 la Turchia ottiene fiumi di denaro dall’Ue “grazie” ai profughi siriani; anche il Marocco non si fa mancare nulla e quando gli fa comodo lancia sulla Spagna la sua fetta di profughi. Cosa aspetta l’Ue a risolvere con misure non discriminatorie per gli Stati europei coinvolti medesime situazioni?