I Piao sono destinati a sostituire, con una prospettiva di più ampio respiro, i Pola

Il parlamento approva la mozione che sostanzialmente recepisce il provvedimento adottato dal ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, sullo smart working e lo stesso ministro si dice molto soddisfatto del passaggio parlamentare. La questione lavoro agile si arricchisce di un nuovo capitolo, questa volta riferibile, però, al pubblico impiego, dopo che martedì scorso il ministro Andrea Orlando aveva convocato Cgil, Cisl, Uil, Ugl e le altre parti sociali per cercare di arrivare ad un protocollo di intesa valido per il settore privato. Il provvedimento adottato da Brunetta parte dalla decisione assunta ad inizio ottobre per effetto della quale, a decorrere dalla metà del mese scorso, tutti i dipendenti pubblici sarebbero dovuti rientrare in sede, dopo la lunga parentesi della gestione emergenziale causa Covid-19. Questo chiaramente non ha però significato la fine dello smart working, ma piuttosto una sua riorganizzazione complessiva attraverso lo strumento dei Piani integrati di attività e organizzazione, i Piao, in sostituzione dei Pola, i Piani organizzativi del lavoro agile. La differenza fra i due strumenti non è semplicemente semantica, ma sottende un diverso approccio alla materia. L’adozione dei Pola è sempre possibile, anche se gli stessi poi andranno ad essere inglobati nel Piao, senza i quali la singola amministrazione potrà riservare al lavoro agile soltanto il 15%.