Lo sostiene una stima calcolata dall’Università di Oxford

Uno studio ha provato a quantificare gli anni di vita persi a causa delle morti premature dovute al Covid-19 avvenute nel 2020. Secondo una stima dell’Università di Oxford – lo studio è stato pubblicato sul British Medical Journal –, sono andati persi 28 milioni di anni di vita in più rispetto al previsto. Un valore cinque volte superiore rispetto a quello che emerge se si contano gli anni di vita persi a causa dell’influenza stagionale del 2015. Il dato è sottostimato, probabilmente: l’analisi non ha considerato diversi paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina che non hanno messo a disposizione le statistiche. Ad eccezione di una manciata di Paesi – l’elenco non è lunghissimo e comprende Taiwan, Nuova Zelanda, Danimarca, Islanda, Norvegia e Corea del Sud –, nel resto delle Nazioni considerate sono state registrate moltissime morti premature, perlopiù tra i maschi, con picchi negli Usa, in Russia, Bulgaria e Lituania. Scendendo nel dettaglio, nel 2020, in Russia è stato registrato un calo di 2,33 anni nell’aspettativa di vita degli uomini e di 2,14 tra le donne rispetto al 2019. Negli States, la diminuzione di 2,27 anni per gli uomini e di 1,61 anni per le donne. «I nostri risultati sono in linea con studi precedenti», conclude chi ha condotto lo studio, sottolineando che «i dati su Taiwan, Nuova Zelanda, Danimarca, Islanda, Norvegia e Corea del Sud sottolineano l’importanza di politiche di soppressione ed eliminazione virale efficaci».