Secondo Salvini, un’eventuale elezione a capo dello Stato di Draghi non porterebbe ad elezioni anticipate

L’elezione del prossimo presidente della Repubblica è tra i temi principali del dibattito politico, sebbene manchino ancora diversi mesi all’appuntamento: il mandato del capo dello Stato Sergio Mattarella scade a febbraio. Chi sarà il successore? Di nomi non ne sono circolati molti, al momento. Tra le opzioni, c’è l’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi. Una sua elezione aprirebbe due scenari – voto anticipato o la formazione di un nuovo esecutivo, il quarto di questa legislatura – o anche tre, secondo il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti: «Draghi potrebbe guidare il convoglio anche dal Quirinale», ha detto in occasione di un’intervista rilasciata a Bruno Vespa per il suo nuovo libro, che uscirà tra una manciata di giorni. Al riguardo esistono idee diverse, anche all’interno di uno stesso partito. Pur non escludendo il sostegno ad un’eventuale candidatura del premier – «Se mi chiedono se Draghi sarebbe un buon presidente della Repubblica, rispondo che lo voterei domattina» –, il leader leghista, Matteo Salvini, ha sottolineato che «sul Quirinale gli scenari cambiano ogni momento». Comunque, secondo il numero uno della Lega, che ha affrontato l’argomento sempre in occasione di un colloquio con Bruno Vespa, «Draghi è certamente una risorsa per il Paese, ma non so se voglia andarci. Anche se ci andasse, non credo che ci sarebbero le elezioni anticipate». «La destra non usi il Colle per ricattare il Paese con il voto anticipato. Raggiungerebbe l’unico, inaccettabile obiettivo di bloccare la ripresa».», ha ammonito il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenendo nel corso di un’intervista rilasciata a “La Stampa”. Almeno sulla carta, il cosiddetto “piano A” del centrodestra rimane Silvio Berlusconi, a partire però dalla quarta votazione in poi: «Sul Quirinale i due leader della destra”, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, «sono stati correttissimi con Berlusconi. Non è un doppio gioco: si cerca sempre una soluzione unitaria nelle prime tre votazioni e questa può essere solo Draghi, onestamente», ha scritto su Twitter il deputato forzista, Gianfranco Rotondi. «La candidatura di Berlusconi – ha concluso – sopravviene in quarta votazione, nel caso in cui le forze politiche non raggiungano un’intesa unanime. E in questo caso, Salvini e Meloni hanno già detto che sosterranno Berlusconi. A me basta, francamente».