La questione della sanzione disciplinare del licenziamento per la gravità dei comportamenti

La Sezione Lavoro della Cassazione si è pronunciata, con la sentenza n.12942 del 13 maggio 2021, su un caso di licenziamento per motivi disciplinari collegato al noto fenomeno dei cosiddetti “furbetti del cartellino”. Una impiegata dipendente è stata coinvolta nelle indagini preliminari sfociate nell’applicazione da parte del GIP di Nola della misura cautelare della sospensione dal servizio per sei mesi. L’indagata aveva più volte attestato falsamente la presenza in servizio, consegnando ad altri il tesserino personale perché ne facessero uso al suo posto, in entrata e in uscita, ed aveva consentito che un’analoga falsa attestazione fosse resa da un collega al quale ella si era sostituita nella timbratura. Il Tribunale di Nola, al quale l’interessata si era rivolta per ottenere la declaratoria di illegittimità del licenziamento disciplinare, ha rigettato il ricorso. La Corte d’Appello di Napoli ha successivamente confermato la decisione dei giudici di Nola. La Corte ha evidenziato che la dipendente nella immediatezza dei fatti aveva sostanzialmente ammesso gli addebiti e riconosciuto di avere tenuto le condotte contestate, sicché nessuna ulteriore verifica doveva fare l’Istituto, il quale ben poteva limitarsi a valutare la gravità del comportamento a prescindere dagli sviluppi penali della vicenda. La stessa Corte è pervenuta alla conclusione che la sanzione del licenziamento per giusta causa fosse adeguata all’illecito perché la lavoratrice si era sottratta all’adempimento dei propri doveri in modo da ledere irrimediabilmente il vincolo fiduciario e arrecando anche un danno all’immagine del datore di lavoro, in ragione della risonanza mediatica che aveva avuto l’indagine sul fenomeno dell’assenteismo. La dipendente ha presentato ricorso per Cassazione basato su tre motivi principali. La Cassazione ha ritenuto infondato il ricorso in tutte le sue articolazioni. Ha affermato che la Corte d’Appello di Napoli ha agito correttamente sul piano logico e giuridico.