La missione del G20 Italia: costruire baluardi contro la pandemia e i cambiamenti climatici. Gentiloni: «È una tappa molto importante: i leader domani e dopodomani faranno proprie le decisioni sulla tassazione globale, di importanza storica»

Con il G20, che apre ufficialmente domani a Roma, l’Italia sarà in vetrina tre giorni. Ma potrebbe restarci per un tempo ancora maggiore, se il nostro Paese riuscirà a giocare una partita importante sotto diversi aspetti. Per quanto fondamentale, la sicurezza – la Capitale è pressoché militarizzata – rappresenta “solo” la necessaria cornice. In qualità di presidente del G20, al premier italiano, Mario Draghi, spetta, come lo ha definito La Repubblica, il difficile ruolo di direttore d’orchestra e di mediatore con l’obiettivo di far avvicinare le posizioni più distanti, quelle tra Usa e Cina, che rappresentano sia due blocchi geopolitici oggi in conflitto sia visioni diverse in termini finanziari, economici e sociali. Al G20 che inizia oggi mancano importanti presenze: Vladimir Putin (Russia), Xi Jin Ping (Cina), Shinzo Abe (Giappone), per dirne alcuni. A spiegare le assenze c’è la pandemia, ma anche la perdita di cogenza che il summit ha registrato nel corso degli anni e per la scarsa capacità dimostrata nell’incidere sui temi di volta in volta scelti e per l’acuirsi della conflittualità tra i suddetti blocchi. Il “G20 Italia” arriva nel mezzo di una pandemia, con l’ambizione di porsi quale baluardo contro una minaccia che è solo al suo inizio: l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Chiaro, anche solo potenzialmente, il suo significato simbolico, che però deve tradursi in atti concreti per non restare chiuso dentro la vetrina. Quale sarebbe la revisione del piano anti-emissioni della Cina, step fondamentale anche per arrivare alla Cop26, la conferenza sul clima di Glasgow. La Cina, però, ha presentato un piano aggiornato – il taglio delle emissioni raggiungerà il picco entro il 2030 e la neutralità carbonica entro il 2060 – molto lontano dagli obiettivi di Ue e Usa ovvero emissioni zero entro il 2050. Senza dimenticare l’India, che rispetto al clima non mostra alcun tipo di interesse. Anche il documento di sintesi, la dichiarazione finale, del G20 non sarà una partita semplice: dovrà contenere soluzioni condivise e poi rispettate sulla fine dei finanziamenti alle centrali a carbone , quindi su un mondo libero dal carbonio e sullo sviluppo dell’energia verde. Accanto all’emergenza climatica, il tema dei vaccini, connesso alla ripresa dell’economia mondiale. L’obiettivo dei G20 è immunizzare il 70% della popolazione mondiale nel 2022, ma il programma Covax, quello deputato a donare le dosi ai Paesi fragili, è stato in gran parte disatteso, visto che, secondo l’Fmi, sono stati promessi più di 1,3 miliardi di dosi ma ne sono state consegnate meno di 170 milioni. Ma un obiettivo ambizioso, Draghi lo ha già conquistato. Lo ha spiegato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, entrando oggi al Salone delle Fontana: «Il G20 è una tappa molto importante, la prima ragione è che i leader domani e dopodomani faranno proprie le decisioni sulla tassazione globale che sono decisioni di importanza storica».