Rubate le chiavi per generare i Green Pass, l’attacco non è avvenuto dall’Italia. Non risulterebbero attacchi informatici alla Sogei, la società del ministero dell’Economia che fornisce i codici per generare i certificati verdi

L’UE è in allarme: alcune chiavi per la generazione del Green Pass europeo sarebbero state sottratte e usate per diffondere online programmi per la creazione del certificato verde. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa italiane, sulla base di notizie provenienti da fonti qualificate, i Pass falsi creati in questo modo sarebbero già stati annullati. Il furto dei codici, sottolineano le stesse fonti, non sarebbe avvenuto in Italia. Dai primi accertamenti, non risulterebbero attacchi informatici alla Sogei, la società di Information tecnology del ministero dell’Economia che per l’Italia fornisce i codici per generare i certificati verdi. L’attacco potrebbe aver riguardato, invece, un omologo ente di un altro paese europeo. “Qualcosa” ha destato sospetti: un Green pass intestato ad Adolf Hitler, che sta circolando da alcune ore in rete e riconosciuto dalla app di verifica del certificato. «Nato il primo gennaio 1900», avrebbe rilevato la app, certificando anche che il Fuhrer sarebbe stato sottoposto a vaccino o a tampone per il Covid-19. Per molti esperti di sicurezza, è questa la dimostrazione che sono state falsificate le chiavi di accesso il Green pass. In tutto il mondo, si intensificano i cyber attacchi: l’ultimo in Italia, è avvenuto nella serata di lunedì 25 ottobre, quando sulla rete Tor si è diffusa la notizia di un “data breach” ai danni dell’azienda alimentare San Carlo, mosso dalla ransomware gang Conti, ormai famosa per tutti gli attacchi avvenuti in Italia e non solo. Il 21 ottobre è toccato alla Siae, quando gli aggressori hanno esfiltrato circa 60 gigabyte di dati. In nessuno dei due casi, San Carlo e Siae, si intende pagare i riscatti milionari richiesti per non diffondere i dati sul dark web. Senza dimenticare la Regione Lazio vittima di un clamoroso cyberattacco che rallentò la campagna vaccinale, non si salvano neanche gli Stati: anche l’Iran è finito nel mirino dei pirati, che hanno bloccato le stazioni di servizio locali, mentre nel mese di maggio in Irlanda, sempre gli hacker del gruppo Conti hanno bloccato la rete informatica del sistema sanitario nazionale, provocando la cancellazione degli appuntamenti, la chiusura dei centri di analisi raggi X e ritardi nei test Covid. È stata l’Fbi a collegare la gang Conti a più di 400 attacchi informatici contro organizzazioni in tutto il mondo, tre quarti dei quali hanno sede negli Stati Uniti, con richieste fino a 40 milioni di dollari. Ecco perché stato necessario precisare che il “furto di chiavi” per la generazione dei Green Pass non è avvenuto in Italia.