I militari sparano sulla folla, diversi feriti

Colpo di Stato in Sudan, dove i militari hanno arrestato il primo ministro Abdalla Hamdok, oltre ad alcuni membri civili del consiglio sovrano di transizione e un certo numero di ministri. La situazione, dunque, sembra mettere fine alla «transizione democratica» anche se l’esercito prova a dare rassicurazioni in questo senso, a poco più di due anni dalla caduta di Omar al-Bashir. L’ufficio di Hamdok ha tuttavia invitato la popolazione a scendere in piazza: «Chiediamo al popolo sudanese di protestare usando tutti i mezzi pacifici possibili per riprendersi la rivoluzione dai ladri», si legge in una nota. Da quanto riferiscono le agenzie di stampa, i militari hanno sparato sui manifestanti – diversi i feriti – e il generale Abdel Fattah al-Burhan, presidente del Consiglio militare di transizione, ha dichiarato che «l’esercito assicurerà il passaggio democratico fino all’attribuzione del potere a un governo eletto» e ha annunciato un coprifuoco, lo scioglimento del consiglio dei ministri e del consiglio sovrano e la creazione di un governo di «persone competenti». Le notizie che giungono però dal Sudan risultano piuttosto frammentate anche a causa dell’accesso alle telecomunicazioni «che è stato limitato – fa sapere al Jazeera da Khartum –, quindi è molto difficile ottenere informazioni su cosa stia succedendo». Gli Stati Uniti si dichiarano «fortemente allarmati», mentre il presidente francese, Emmanuel Macron, in un tweet ha espresso il sostegno della Francia «al governo di transizione sudanese», chiedendo «la liberazione immediata e il rispetto dell’integrità del primo ministro e dei dirigenti civili». Anche l’Unione europea ha chiesto il «rilascio» dei civili messi in detenzione in queste ore e fa appello «con urgenza, ad evitare violenze e spargimenti di sangue».