di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Anche l’Ugl ha partecipato alle celebrazioni per il 65esimo anniversario della rivolta di Budapest, una festa di libertà contro l’oppressione e di vera fratellanza europea. Una ricorrenza molto sentita dal popolo ungherese, anche se la distanza temporale dai tragici eventi del 1956 è ormai tanta, perché simbolo di un’indipendenza faticosamente conquistata. Allora ci fu un’insurrezione armata della popolazione, iniziata il 23 ottobre, contro la dittatura filo stalinista e l’oppressione sovietica. Una sfida contro l’Urss, terminata qualche settimana dopo con l’ingresso dell’Armata Rossa, che con 200mila uomini e 4mila carri armati, nonostante la resistenza degli insorti, riuscì, grazie alle forze messe in campo, a domare la rivolta e rimettere a capo del Paese dei propri referenti, ponendo fine ai sogni degli ungheresi nella totale inazione della comunità internazionale. Da quella data sono passati molti anni. Nel frattempo, crollato l’impero sovietico, il Paese magiaro è finalmente diventato, nel 1989, uno Stato effettivamente indipendente, scegliendo come giorno di proclamazione della nuova Repubblica proprio la data simbolica del 23 ottobre. L’Ungheria libera dei giorni nostri, fra l’altro membro dell’Unione europea, ha dato un valore speciale al ricordo della rivoluzione e ogni anno ne celebra la ricorrenza. Questa data riguarda non solo gli ungheresi, ma tutti gli europei ed in particolare noi italiani, o quantomeno quelli che allora, da noi come anche in altre parti del mondo, si schierarono dalla parte giusta dando una testimonianza di vicinanza agli insorti contro la dittatura comunista, forse in nome di una storia non troppo dissimile, dai tempi dell’irredentismo anti-austriaco in poi. Fu un italiano, ad esempio, a comporre, sui tragici fatti di allora, una canzone destinata a diventare un inno per gli stessi eredi della rivoluzione: Pier Francesco Pingitore, che scrisse “Avanti ragazzi di Buda”, poi insignito della Gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica ungherese per aver ideato il brano, considerato dal premier Orban la più bella canzone sulla vicenda. Insomma, nel ricordo di quelle giornate lontane, ma dai valori sempre attuali, fra italiani e ungheresi c’è un legame fortissimo. Noi dell’Ugl l’abbiamo vissuto pochi giorni fa, in occasione della partecipazione, con una rappresentanza nutrita e organizzata dal responsabile delle Relazioni Internazionali Ugl, Gian Luigi Ferretti e da Augusto Cocchioni, nostro delegato per l’Ungheria, alla commemorazione di Budapest. Abbiamo sfilato, oltre che con i rappresentanti sindacali e politici che ci hanno accolto, soprattutto assieme a decine di migliaia di persone, sventolando le nostre bandiere Ugl accanto a quelle degli ungheresi, che ci hanno accolto trionfalmente e in modo fraterno. Un esempio bellissimo di cosa significa manifestare per la libertà e di cosa dovrebbe e potrebbe essere una vera Europa dei popoli.