Pechino replica: «Non ci sono margini per compromessi»

«Gli Usa hanno preso un sacro impegno per quel che riguarda la difesa degli alleati della Nato in Canada e in Europa e vale lo stesso per il Giappone, per la Corea del Sud e per Taiwan». Tradotto: gli Stati Uniti difenderanno Taiwan da un’eventuale aggressione della Cina. A dirlo chiaro e tondo è stato il presidente americano, Joe Biden, durante la town hall di Baltimora, organizzata ieri dalla Cnn. La frase non è del tutto nuova, ma un po’ stupisce gli osservatori internazionali ed è già la seconda volta che lo staff della Casa Bianca interviene sulla questione Cina-Taiwan dopo una dichiarazione del presidente. La Casa Bianca ha perciò assicurato, in un momento successivo, che l’impegno degli Stati Uniti sulla vicenda rimane «il mantenimento dello status quo». Lo stupore, infatti, dipende dal superamento della cosiddetta ambiguità strategica, vale a dire un sostegno, di fatto, economico e militare a Taiwan, senza però un riconoscimento formale. Ipotizzare un intervento in caso di aggressione cinese significa, secondo molti, sconfessare una dottrina adottata da decenni. Non a caso la Cina ha risposto duramente alle parole di Biden. «Ricordiamo agli Stati Uniti di non mandare segnali sbagliati alle forze secessioniste di Taiwan. In materia non ci sono margini per compromessi». La posizione di Taiwan, resta invece la medesima, ha dichiarato il portavoce della presidente Tsai Ing-wen: «Non cedere di fronte alle pressioni e nemmeno muoversi avventatamente quando si riceve sostegno».