Da Bruxelles a Confcommercio, è allarme sul prezzo di Gas e Luce. Invitati gli Stati membri e la Commissione «a fare, urgentemente, il miglior uso della “cassetta degli attrezzi” per dare sollievo ai più vulnerabili e supporto alle aziende»

Mentre a Bruxelles, dal Consiglio Ue, i leader avevano raggiunto ieri notte un’intesa sull’urgenza di intervenire sulla crisi energetica, Confcommercio ha diffuso stamattina i dati del MoCET (Monitoraggio Costo Energia Terziario) che confermano le preoccupazioni. Le forti tensioni dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali hanno fatto impennare per le imprese del terziario, fra giugno e settembre, di oltre un quarto il costo medio lordo delle forniture elettriche e del gas naturale. Rispetto allo scorso trimestre – dove il prezzo lordo delle offerte elettriche si manteneva su un trend discendente, sia per le offerte tradizionali sia per quelle a energia prodotta da fonti rinnovabili – l’incremento del costo dell’elettricità è stato pari al 27,2%, delle energie rinnovabili del 25% e del gas del 25,5%. Si tratta, peraltro, di aumenti contenuti, nonostante la loro consistenza, rispetto al forte incremento che hanno subito nello stesso periodo i prezzi internazionali dei prodotti energetici, il gas in particolare. Comparando le diverse offerte per la fornitura elettrica sul mercato libero, la scelta tra prezzo fisso e variabile può incidere anche notevolmente sul risparmio energetico annuo di un’impresa che può arrivare fino ad oltre 6.400 euro per un albergo, a 2.000 per un alimentari e a quasi 930 euro per un ristorante. Un colpo basso per chi fa impresa, soprattutto medie e piccole, e di conseguenza anche alla agognata ripresa. E quindi, quali i provvedimenti adottati dal Consiglio Ue? Ha invitato gli Stati membri e la Commissione «a fare, urgentemente, il miglior uso della “cassetta degli attrezzi” in possesso all’esecutivo per fornire nel breve termine, sollievo ai più vulnerabili e supporto alle aziende». Ma è in merito a “come” farlo che restano le divisioni: c’è chi preferisce lo stoccaggio comune per calmierare i prezzi (Spagna, Italia), chi preferisce adottare misure di sostegno sociale (Germania). L’accordo siglato dai 27, e raggiunto solo a notte fonda perché il dossier energetico è “solo” un altro dei nodi cruciali sul tavolo (dall’immigrazione al “caso Polonia”), l’intesa è stata trovata sostanzialmente sul richiamo all’«urgenza» delle linee da mettere in campo dalla Commissione, come appunto l’acquisto – su base volontaria – di stock comuni di gas, tenendo anche conto delle specificità (ovvero gas, nucleare, carbone) di ogni Stato.