In Italia un Presidente della Repubblica proveniente dalle fila della destra non c’è mai stato. E già questa è un’anomalia in una democrazia come la nostra. Non solo ai tempi della Prima Repubblica, quando la situazione politica era completamente differente rispetto a quella attuale, ma neanche ai giorni nostri, dopo quasi trent’anni di sostanziale bipolarismo. Un’Italia divisa in due – se si esclude la breve parentesi del “terzo polo” pentastellato, ormai evidentemente naufragata nel mare magnum del progressismo nel quale si sono inabissati i grillini – due schieramenti, fra l’altro con il Centrodestra da tempo maggioritario fra le preferenze dei cittadini, ma un Presidente sempre di sinistra. La più alta carica dello Stato, il rappresentante dell’unità nazionale, appannaggio solo di una parte. Un evidente sbilanciamento, che non può certo durare all’infinito, pena una crescente distanza fra una parte sostanziosa della cittadinanza e le Istituzioni, di cui non abbiamo, specie in questi tempi complessi, bisogno. Considerazioni non certo peregrine e nemmeno troppo “faziose” e che, piuttosto, dovrebbero fare tutti quelli che per un verso o per l’altro si occupano di politica. Tra pochi mesi si dovrà individuare il successore di Mattarella e i partiti sono già in fibrillazione, con poi l’ulteriore carico dei risultati delle recenti amministrative alle spalle, un astensionismo da record che ha penalizzato soprattutto – appunto – la destra, a dimostrare la validità delle riflessioni di cui sopra: c’è una parte, numerosa, dell’elettorato che non si è sentita adeguatamente rappresentata e questo potrebbe trasformarsi in un problema, per tutti, gettando le basi per una minore coesione e pace sociale. Ieri c’è stato un vertice importante fra i partiti maggiori del Centrodestra, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, con l’intenzione di trovare maggiore affiatamento, negli ultimi tempi un po’ sfumato. L’intenzione di riunirsi periodicamente, fare proposte comuni sui temi condivisi, presentare richieste precise in vista della manovra sui temi economici, avere una visione chiara sul sistema elettorale col rifiuto del ritorno al proporzionale e il sostegno deciso al maggioritario. Cercando uno spirito di maggiore cooperazione all’interno della coalizione, fra tutti i partiti, di maggioranza e di opposizione, e con anche l’idea di coordinare l’azione dei ministri di centrodestra all’interno dell’Esecutivo. E, poi, il tema Quirinale, la “particolare attenzione all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica”. Ci auguriamo che si riesca a trovare una figura autorevole capace di catalizzare consensi, anche trasversali: un Presidente di destra sarebbe non solo un successo importante per una parte politica, ma un’occasione di crescita democratica per tutto il Paese, necessaria a rinsaldare il rapporto fra cittadini e Istituzioni.