Il Cdm dà via libera al Documento programmatico di bilancio, ma sulle pensioni «nessuna decisione è stata presa»

Nel dare il via libera, ieri, al Documento programmatico di bilancio che contiene lo scheletro della manovra – per ora solo una griglia di numeri da inviare a Bruxelles nelle prossime ore, associata all’elenco delle misure che comporranno la legge di bilancio vera e propria -, è rimasto in sospeso un nodo non da poco. «Sulle pensioni ci sono diverse ipotesi in ballo, ma questa sera nessuna decisone su quota 100 è stata presa, così come chiesto dai ministri della Lega. Nei prossimi giorni si decideranno modalità e tempi delle modifiche del sistema pensionistico. Escludo qualsiasi ritorno alla legge Fornero». Parole, queste ultime, del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. D’altronde, pur essendo un dato ormai assodato che l’Rdc subirà delle modifiche, è altrettanto vero che sarà rifinanziato con altro miliardo nel 2022. Per il “post quota 100”, invece, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha preannunciato di voler ammorbidire il passaggio istantaneo dai 62 ai 67 anni, cioè il famoso scalone che allo scadere di quota 100 penalizzerà chi da gennaio 2022 non ha i requisiti per maturare la pensione di vecchiaia prevista riforma Fornero. Tra le soluzioni sul tavolo una nuova finestra di flessibilità, quota 102, un anticipo pensionistico per chi ha 64 anni di età e 38 di contributi e che diventerà quota 104 (66 anni di età e 38 di contributi) nel 2023. In aggiunta all’Ape sociale rafforzata, che sarà esteso di due anni. Ipotesi che non piacciono non soltanto alla Lega, ma anche ai sindacati. Il segretario nazionale della Cgil con delega alle politiche previdenziali, Roberto Ghiselli, ha dichiarato: «Le proposte che stanno venendo avanti, se venissero poi confermate dagli atti che ancora non sono a nostra disposizione, sono inaccettabili e anzi l’ipotesi di quota 102 o 104 sarebbe una vera e propria presa in giro, perché nessun lavoratore e nessuna lavoratrice potrebbe accedere di fatto sostanzialmente a quella misura». È favorevole ad un superamento di quota 100, purché ci sia «una riforma vera». Per l’Ugl «la soluzione preferibile resta ‘Quota 41’ che fa salva la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di versamenti. è fondamentale, dunque, mantenere dei meccanismi di flessibilità in uscita» e evitare «qualsiasi ritorno alla Fornero», ha sottolineato il segretario generale Francesco Paolo Capone. Insomma, l’esame vero e proprio della legge di bilancio, che sarà fatto in una riunione successiva forse alla fine di questa settimana e dopo un confronto con le parti sociali, si preannuncia su un piano inclinato.