La titolare del Viminale ha respinto le «accuse da strategia della tensione»

«È palese che non si sia riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata da elementi più politicizzati». Così la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, riferendo alla Camera sull’assalto alla sede nazionale della CGIL, in via Corso d’Italia a Roma, da parte di un gruppo di violenti, capeggiati dai leader di Forza Nuova, che si è staccato dalla manifestazione contro il Green Pass che si stava svolgendo in Piazza del Popolo, il 9 ottobre. L’assalto alla sede della Cgil è stato «il momento più drammatico» e «che ha turbato l’opinione pubblica per la violenza dell’azione distruttiva e lo sfregio alla democrazia», ha commentato la titolare del Viminale, sottolineando l’intervento immediato della Polizia: l’irruzione è durata «8 angoscianti minuti» e «ha avuto il suo apice tra le 17.32, quando i manifestanti irrompono nella sede sindacale, e le 17.35, quando le forze di polizia riprendono il controllo della situazione e liberano i locali». Lamorgese ha respinto «fermamente» la «tesi di un disegno assecondato dal comportamento delle forze dell’ordine», definendola «un’ingiusta accusa», perché «insinua il dubbio che le forze della polizia si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche».