di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Se l’Italia è alle prese con un momento di tensione e incertezza a causa dell’introduzione del Green Pass obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro e ci si divide, anche aspramente, fra favorevoli e contrari, fra chi chiede il vaccino obbligatorio e chi il tampone gratuito, fra chi invoca la sicurezza sanitaria e chi rivendica la libertà di scelta, in realtà nella questione oggi all’ordine del giorno c’è un altro aspetto poco considerato, eppure particolarmente interessante, forse decisivo, per il futuro del nostro Paese. L’Ugl ha già chiaramente espresso la propria posizione sulle importantissime questioni di cui sopra, ma veniamo all’altro elemento da considerare in questa vicenda. In base ai dati, quelli, ad esempio forniti dalla Fondazione Gimbe, dei 6,2 milioni di non vaccinati in età lavorativa, poco meno di 4 milioni doverebbero essere quelli effettivamente occupati e quindi costretti al tampone per accedere ai luoghi di lavoro. Sempre la Fondazione ha stimato che, a partire dalla data odierna, in Italia dovrebbero essere effettuati minimo 8 milioni di tamponi a settimana. Se fino a ieri la quantità media di test giornalieri era di circa 2 o 300mila al giorno, da oggi il numero dovrebbe salire vertiginosamente a più di un milione ogni giorno. Questo, al di là di ogni altro tipo di considerazione, significa che in Italia prenderà piede un sistema di tracciamento capillare della popolazione – tracciamento che invece in passato non è stato possibile realizzare in modo efficiente – capace di dirci, con maggiore accuratezza rispetto al passato, qualcosa in più sulla circolazione del virus nel Paese ed in particolare fra le persone non vaccinate che si sottoporranno al tampone stesso e quindi su un campione numericamente piuttosto significativo e tra l’altro maggiormente soggetto al contagio proprio perché non vaccinato. A partire da stasera e poi ancora di più dalla prossima settimana avremo una fotografia molto più dettagliata della situazione, con tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare in termini di misure da prendere sia a livello individuale, riuscendo ad isolare tempestivamente i positivi, che collettivo, più o meno stringenti in base ai numeri che verranno fuori. Se a questo si aggiungerà, come promesso dalla politica e dal Governo, un attento monitoraggio della popolazione studentesca, anche under 12, tramite i tamponi salivari da effettuare a campione nelle scuole, si dovrebbe arrivare a un grado di conoscenza della situazione epidemiologica mai avuto prima, nella speranza che si riveli utile a bloccare il virus e renderlo inoffensivo. Una chiave di lettura insolita, nel giorno delle proteste, ma niente affatto irrilevante, perché, non dobbiamo dimenticarlo, il fine ultimo e condiviso da tutti è quello di riuscire finalmente a superare la pandemia e ora avremo, nel bene e nel male, uno strumento in più per riuscire a farlo.