Da domani obbligo di Green Pass in tutti i luoghi di lavoro. Si cerca una mediazione sul fronte tamponi. La gran parte dei lavoratori è vaccinata, ma non mancano le proteste

Il Governo non transige sull’obbligo di Green Pass in tutti i luoghi di lavoro a partire da domani, con gran parte della popolazione, anche in età lavorativa, ormai vaccinata. 46 milioni di italiani hanno ricevuto, infatti, almeno una dose di vaccino, pari all’85% della popolazione over 12. Ma alla vigilia dell’introduzione del pass obbligatorio per accedere a fabbriche e uffici, secondo le stime della fondazione Gimbe, sarebbero 3,8 milioni i lavoratori ancora senza vaccino. Molti i favorevoli alla misura, che dovrebbe garantire maggiore sicurezza sanitaria, ma tante anche le critiche. Dai dubbi sulla difficoltà organizzativa, alle proposte di tamponi gratuiti o calmierati per i non vaccinati, fino alla richiesta di ritirare del tutto il provvedimento. Non mancano le proteste, anche fra coloro che, pur vaccinati, sono contrari al lasciapassare per i luoghi di lavoro. Il caso più eclatante quello dei portuali di Trieste, intenzionati a bloccare il porto ed andare avanti con lo sciopero per chiedere il ritiro del decreto tout court, con la minaccia di paralizzare uno dei maggiori scali commerciali italiani ed europei. I portuali si dicono comunque “disponibili al dialogo” per trovare una soluzione e annunciano che potrebbero annullare le manifestazioni in caso di posticipo dell’obbligo di Green Pass. Ma le sollecitazioni inviate al Governo, anche dalla Triplice, di rinviare la misura al 30 ottobre sembrerebbero rispedite al mittente. Più fattibile una soluzione di compromesso sui tamponi: molte aziende hanno deciso autonomamente di sostenerne il costo al posto dei dipendenti, ma questa possibilità non è condivisa da tutti, né tanto meno quella della gratuità: più probabile un intervento sui prezzi degli screening per un ulteriore abbassamento dei prezzi. Situazione critica nel settore logistica e trasporti, anche per la presenza di molti lavoratori stranieri vaccinati con preparati non riconosciuti in Italia e quindi non validi per ottenere il lasciapassare verde. Si preannunciano difficoltà sul fronte organizzativo per il gran numero di tamponi che dovranno essere effettuati e analizzati giornalmente da qui alla fine dell’anno, probabile data di scadenza, salvo rinnovi, della misura