Alla Camera, la ministra dell’Interno ha spiegato che l’assalto alla sede della Cgil non è stato impedito per il rischio di una reazione violenta

La ministra dell’Interno Luciana «Lamorgese dice che sapeva e non ha fatto nulla. Se fino a ieri pensavamo la sua fosse sostanziale incapacità oggi la tesi è più grave: quello che è accaduto è stato volutamente permesso e questo ci riporta agli anni già bui. È stato calcolo, siamo tornati alla strategia della tensione». Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha replicato alla titolare della Viminale, intervenuta oggi alla Camera per rispondere ad un’interrogazione del capogruppo di FdI, Francesco Lollobrigida, in occasione del Question Time sui fatti di sabato scorso a Roma: nel corso della manifestazione anti Green Pass, a piazza del Popolo, un gruppo di facinorosi ha improvvisato un corteo per raggiungere la sede nazionale della Cgil, in via Corso d’Italia, e poi assaltarla (ci sono stati scontri anche dopo, in altre zone della città). Secondo Meloni, «la risposta di Lamorgese non è semplicemente insufficiente ma offensiva delle forze dell’ordine: sette agenti lasciati a prendere le bastonate davanti alle Cgil sono un fatto indecente ed offensivo di quella gente e di questo Parlamento non fatto di imbecilli». Cosa ha detto, Lamorgese? Ha spiegato che le forze di polizia non sono intervenute a piazza del Popolo per evitare «una reazione violenta» da parte dei manifestanti violenti, guidati dai leader di Forza Nuova. «La scelta di procedere coattivamente nei confronti» del capo romano di Fn, Giuliano Castellino, «non è stata ritenuta percorribile dai responsabili dei servizi di sicurezza, perché in quel contesto c’era l’evidente rischio di una reazione violenta dei suoi sodali con degenerazione dell’ordine pubblico», ha detto la ministra. Che questa mattina ha presieduto alla riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, al Viminale: l’ipotesi al vaglio prevede una stretta sulle manifestazioni per impedirne la degenerazione. Ritiene necessario un «percorso di pacificazione nazionale», il leader della Lega Matteo Salvini. Nel dirsi «preoccupato dalla situazione del Paese», ha chiesto un incontro con il presidente del Consiglio, Mario Draghi. «Le organizzazioni eversive vanno sciolte tutte, qui si fa una mozione che condanna una parte e si dimentica l’altra e non fa un buon servizio all’Italia. Se andiamo avanti così non facciamo un buon servizio al Paese, ne parlerò con il premier», ha annunciato Salvini, che poi è stato ricevuto da Draghi nel pomeriggio. Durante l’incontro, i due hanno discusso di Manovra e Dl Fisco, ha riferito Palazzo Chigi.